Com’è davvero la storia della tassa su cani e gatti

Si discute molto online di una proposta di legge sui possessori di "animali d'affezione"

La commissione Affari Sociali della Camera ha completato l’analisi di un provvedimento che sta generando molte discussioni online e che, se approvato definitivamente dal Parlamento, darebbe la facoltà ai comuni di istituire una tassa per i possessori di cani e di gatti. L’esame della proposta è stato completato lo scorso marzo e il testo deve essere esaminato ora da altre commissioni competenti, che potranno dare un loro parere prima della discussione in aula alla Camera. I tempi e il destino del nuovo provvedimento non sono ancora chiari, ma la nuova diffusione della notizia da parte delle agenzie di stampa e dei giornali ha ri-messo in allerta chi possiede animali domestici. Con qualche semplificazione: dire che “il governo tassa cani e gatti”, come si legge molto sui social network, è infatti scorretto.

Il provvedimento in questione ha iniziato il proprio percorso parlamentare oltre tre anni fa, nell’aprile del 2009, su proposta di due deputati del Popolo della Libertà, Jole Santelli e Fiorella Rubino Ceccacci. Il testo, spiega l’ANSA, è composto da 39 articoli e tra le varie cose prevede la creazione di una sorta di anagrafe degli “animali d’affezione”, l’obbligo di segnalare al servizio veterinario pubblico gli animali feriti trovati e anche l’istituzione di cimiteri per gli animali. Nella proposta sono elencati anche diversi obblighi per i comuni, che devono impegnarsi a prevenire e contrastare il randagismo. La “tassa” servirebbe quindi per finanziare questo tipo di attività.

Ammesso che la proposta diventi legge e che non sia stravolto il suo senso durante i vari passaggi parlamentari, questa non introduce alcuna tassa e non prevede alcun obbligo per i comuni, che avranno però da quel momento la facoltà di istituire la tariffa per i padroni di cani e gatti, se lo riterranno opportuno. Alcune modifiche al provvedimento sono già state apportate: l’Italia dei Valori ha fatto approvare un emendamento in cui si specifica che l’eventuale tassa non potrà essere applicata ai cittadini che “hanno adottato un cane o un gatto in una struttura comunale”.

La commissione Finanze ha chiesto al governo una relazione tecnica, così da poter verificare le coperture per la legge. Il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo, noto per le sue esternazioni e per una certa assiduità nel partecipare ai dibattiti politici in televisione, ha detto di essere “in linea di principio” a favore del nuovo provvedimento. In seguito alle polemiche e alle proteste circolate oggi, Polillo ha poi spiegato di aver fatto “una battuta nei confronti di un deputato che l’aveva proposta”. La possibilità di una tassa sugli animali domestici è stata sfruttata dalla Lega Nord per fare un po’ di polemica contro il governo Monti, accusato di aver introdotto molte tasse da quando si è insediato.