Lo Stato Gabibbo

Dai blitz della Finanza alle ispezioni dei senatori al Policlinico di Roma, scrive Massimo Gramellini, lo Stato ha cominciato a fare il Gabibbo di se stesso

Nella sua rubrica “Buongiorno” di oggi sulla Stampa, Massimo Gramellini parte dalle ispezioni al Policlinico Umberto I di Roma per riflettere su come vanno le cose nel nostro “paese di assuefatti”.

Disgusta ma non stupisce che il direttore del Policlinico romano trovi «normale» che una sua paziente giaccia da giorni nell’anticamera del pronto soccorso, legata mani e piedi alla barella come un’indemoniata per evitare di cadere. In questo Paese di assuefatti a tutto succedono un mucchio di cose allucinanti di cui non si stupisce più nessuno. A cominciare dai responsabili, che se si stupissero sarebbero costretti a connettere il cuore al cervello e subito dopo a dimettersi per la vergogna. Volete un agile elenco delle assurdità istituzionalizzate? Stare in coda per ore in un ufficio pubblico trattati come intrusi. Disputarsi un centimetro quadrato di corridoio nei carri-bestiame a rotaie dei pendolari. Studiare in scuole che cadono a pezzi e curarsi in ospedali che farebbero ammalare i sani.

Nella civiltà dello spettacolo il cittadino ha una sola arma di ribellione: non il voto ma la denuncia ai programmi televisivi specializzati: Striscia, gli Intoccabili, le Iene. Da qualche tempo, poi, sta succedendo un fatto nuovo: riconosciuta la propria impotenza, lo Stato ha cominciato a farsi Gabibbo di se stesso.

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