Il nuovo centro commerciale di Venezia
Lo costruirà Benetton d'intesa con il Comune all'interno di un edificio storico, e oggi Salvatore Settis su Repubblica ne racconta rischi e proteste
Salvatore Settis è un archeologo, storico dell’arte italiano e docente universitario, direttore della Normale di Pisa dal 1999 al 2010 e autore di libri e saggi sulla tutela del territorio e del paesaggio. Oggi su Repubblica racconta – dal suo punto di vista, apertamente contrario – la costruzione di un nuovo centro commerciale a Venezia all’interno di un edificio storico, lamentando alcune cose forse un po’ esagerate – “l’inserimento di incongrue scale mobili” – e altre che sembrano più concrete e riguardano l’integrità dell’edificio e i parametri dell’accordo tra Benetton e il Comune.
DOPO le navi-grattacielo, nuove delizie sono in arrivo a Venezia per gli amanti dello snobismo low cost di guardare, ed essere guardati, da una sommità. Basterà salire sulla neo-terrazza in cima al Fondaco dei Tedeschi, passando dal neo-centro commerciale Benetton, per guardare dall’alto il ponte di Rialto e il Canal Grande. Una “vista mozzafiato”, pazienza se a scapito della legalità e della storia.
E questo mentre il governo, inspiegabilmente, ha bloccato (lo denuncia Italia Nostra) il decreto che vieta l’ingresso delle imbarcazioni oltre le 30mila tonnellate, con legioni di vacanzieri intenti a guardare dall’alto in basso il Palazzo Ducale.
Il Fondaco dei Tedeschi fu costruito ai primi del Cinquecento per “la Nazione Germanica, che concorreva a Venezia con le sue merci e le conservava in questo luogo. Le galee Viniziane, portando le speziarie di Levante, le diffondevano per tutte le parti di Ponente [l’Europa del Nord], e i Tedeschi ci portavano ori, argenti, rami e altre robe da le lor terre”: così Francesco Sansovino (1581).
Le facciate esterne “furono dipinte dà primi uomini d’Italia, vi lavorò Tiziano con sua grandissima lode, e Giorgione da Castelfranco, ambedue principalissimi in queste parti” (sopravvivono pochi frammenti). Dopo esser stato sede delle Poste, il Fondaco è stato acquistato dal gruppo Benetton nel 2008 per 53 milioni, per trasformarlo in un “megastore di forte impatto simbolico”.
Il progetto prevede non solo l’inserimento di incongrue scale mobili, ma anche la sostituzione del tetto con una terrazza panoramica: l’equivalente, appunto, di una mega-nave piombata nel cuore di Venezia. Lo firma Rem Koolhaas: come ha scritto Giancarlo De Carlo, le operazioni speculative cercano spesso la copertura professionale di grandi architetti (per esempio Norman Forster progettò a Milano il quartiere di Santa Giulia, che doveva sorgere sopra un immenso deposito illegale di scorie nocive).