Le conseguenze del freddo in Italia

Il brutto tempo e le nevicate in centro Italia hanno causato almeno un morto, Roma in affanno per gestire l'emergenza neve

Il freddo di questi ultimi giorni in Italia ha interessato nelle ultime ore soprattutto l’Abruzzo e il centro Italia. In Molise è morto un uomo trovato nella sua macchina coperta dalla neve, ferma sulla strada. A Roma questa notte è nevicato copiosamente: all’aeroporto di Fiumicino sono stati cancellati 40 voli, mentre ieri molti automobilisti sono rimasti bloccati per ore sul Grande Raccordo Anulare che circonda la città. Ieri sera a Civitavecchia, intorno alle 22.30, il traghetto “Sharden” della Tirrenia ha sbattuto violentemente contro una banchina del porto mentre era in partenza verso Olbia. Sullo scafo si è aperto uno squarcio di una trentina di metri e i circa trecento passeggeri sono stati evacuati.

L’Italia è sotto una coltre di neve e gelo che sta causando numerosi problemi alla viabilità ma anche alla normale vita cittadina, soprattutto nelle regioni del Centro.
A Roma, impreparata all’inconsueto evento di una nevicata copiosa, è stato diramato lo stato di allarme: oggi scuole, musei e uffici pubblici sono chiusi e si può circolare solo con catene o gomme da neve. In Molise l’unica vittima, un uomo trovato morto nella sua auto coperta di neve e ferma sulla strada. Forti disagi sulle strade, problemi negli aeroporti e per oggi Alitalia ha cancellato 40 voli da Roma Fiumicino.
Notte di freddo e di duri disagi per centinaia di romani e pendolari, i primi rimasti «intrappolati» sul Grande Raccordo Anulare, gli altri nei convogli dei treni locali. Per permettere l’accesso dei mezzi spargisale, dodici immissioni su trentuno alla carreggiata esterna del Gra sono state chiuse. Si tratta di quelle nella zona nord della Capitale, la più colpita dal maltempo. Proprio nella stessa zona, la polizia stradale è impegnata nei soccorsi ad auto in panne con persone ancora a bordo, ma anche ad autocarri e altri mezzi. Alcune persone sono state bloccate per quasi otto ore sul Raccordo, anche a causa di mezzi pesanti fermi di traverso sulla carreggiata. Altri sono riusciti a raggiungere piazzole più ampie con stazioni di servizio.

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A Roma una nevicata così abbondante non si vedeva dal 1985. Rispondendo alle critiche ricevute per la gestione dell’emergenza maltempo, il sindaco Gianni Alemanno ha annunciato di voler chiedere «una commissione d’inchiesta perchè non c’è un servizio di previsioni adeguato». Mattia Feltri sulla Stampa di oggi ha definito la città «una piccola Stalingrado tra Suv e tacchi a spillo», dove molti si sono riscoperti stranamente più buoni, dove i commercianti hanno mostrato un particolare eccesso di zelo e il segretario del partito “La Destra”, Francesco Storace, ha dovuto annullare una manifestazione contro il governo.

Eccolo lì il dramma: è tutto delle belle ragazze con le scarpe décolleté a tacco alto. Scendono dal Campidoglio di traverso, si potrebbe dire a spazzaneve.
Oppure se la vedono coi sampietrini e il pantano delle vie centrali, hanno le caviglie bagnate e ghiacciate. Pagano il pegno del loro fascino. Come certi Suv che finalmente avrebbero da misurarsi su un terreno a loro congeniale, dovrebbero divorarsi anche le salite più insidiose, ma pattinano e si mettono sghembi, bloccano il traffico mentre i loro conducenti eleganti e sbigottiti tirano gli occhi fuori dalle orbite. Dietro non c’è neanche quel gran concerto di clacson che è la colonna sonora di ogni giorno romano: non ci si spazientisce, oggi. Questa nevicata, che cronisti di gran pregio commentano con la voce trafelata e riprendono con lo smart-phone per spedirla su Twitter, ha il profumo di posticipo di Natale. Fioccano buoni sentimenti, insomma.
Ci sono ragazzi brufolosi che escono dai bar di via Nazionale e portano té caldo ai senzatetto, ai clochard, per essere lessicalmente corretti. Quello che conta è il risultato: da sotto le luride coperte inzuppate e imbiancate riemergono volti neri, sguardi allibiti, è tutto l’armamentario cinematografico che si fa realtà in un giorno di tormenta: le unghie lunghe e sozze e spaccate, le mani nodose che prendono i bicchieroni di carta, si sussurra un grazie.

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