Il governo e la grana De Lise

Il nuovo direttore dell'Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali è uno con cui la cosiddetta cricca "ha sempre avuto fortuna", racconta Bonini

A Palazzo Chigi, 18 mesi di “discovery” degli atti dell’inchiesta sul “Sistema Balducci-Anemone” (febbraio 2010-luglio 2011) e la “cricca” della Ferratella, non sembrano aver sedimentato grande memoria. A quanto pare, nessuno “ricordava” dei bagni a scrocco di Carlo Malinconico al “Pellicano”. E del resto delle amnesie su quella stagione pure così vicina ha goduto e gode oggi un altro grand commis. Pasquale De Lise, 74 anni, napoletano, magistrato, Presidente del Consiglio di Stato dal luglio 2010 per decisivo volere di Gianni Letta. Il 28 dicembre scorso, il Consiglio dei ministri, su proposta di Corrado Passera, ha approvato la sua nomina a nuovo direttore generale dell’Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali. La nuova Agenzia si occuperà dell’aggiudicazione delle concessioni autostradali, della vigilanza e del controllo sui concessionari, dell’affidamento diretto ad Anas delle concessioni per la gestione o costruzione di nuove autostrade. De Lise è l’uomo giusto?

Cresciuto nella Prima Repubblica (negli anni ’80, passa da un gabinetto all’altro dei ministeri di Lavori Pubblici, Sanità, Marina Mercantile, Partecipazioni Statali, Poste, Finanze, Bilancio, Tesoro), De Lise – come documentano gli atti di inchiesta di Firenze, Perugia e Roma e le intercettazioni del Ros dei carabinieri – è amico personale di Angelo Balducci con cui condivide la passione per il potere, il mattone e il credito Oltre Tevere. E’ “consultore” della congregazione “Propaganda Fide” per l’amministrazione del suo patrimonio immobiliare (che Balducci e Anemone utilizzano come “catalogo” in cui pescare per comprare la compiacenza di professionisti e boiardi in cerca di affitti “a buon mercato”). E, del resto, con le case ci sa fare. Soltanto a Roma, è usufruttuario a titolo gratuito, insieme alla moglie, di un patrimonio immobiliare le cui nude proprietà ha intestato alle figlie e che ha un valore di mercato tra i 10 e i 15 milioni. Ma come Balducci, Malinconico e Piscicelli, De Lise ama anche l’Argentario, dove ha la fortuna di vendere a un prezzo di tutto riguardo (1 milione e 67 mila euro) una casa non esattamente principesca a un principe del foro che di mestiere patrocina nelle aule in cui lui è chiamato ad amministrare giustizia. Si chiama conflitto di interesse. Ma non per De Lise. Del resto, anche suo genero, Patrizio Leozappa, è avvocato amministrativista ed è di casa negli uffici di Balducci (nel 2009, si occupa delle proprietà dei figli) e Diego Anemone, che a lui passano clienti di “riguardo”.

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