L’opportunità del governo Monti

Luigi La Spina sulla Stampa spiega che l'incarico non sarebbe una sconfitta per la politica, ma una sfida per tutto il paese

Da quando è emersa la possibilità di un governo Monti, molti hanno sostenuto che un governo guidato da un personaggio estraneo alla politica e non eletto dai cittadini sia una grave sconfitta per la politica e per la democrazia. Luigi La Spina, sulla Stampa, dice che un eventuale governo Monti non solo non sarebbe una sconfitta, ma sarebbe un’opportunità: l’opportunità di iniziare un nuovo modo di fare politica, superando una fase in cui la classe dirigente ha dimostrato di non sapersi guarire da sola.

S’ode a destra uno squillo e a sinistra risponde uno squillo: allarme, la democrazia è in pericolo. In questi giorni, mentre Mario Monti si appresta a formare un nuovo governo, dai lati estremi degli schieramenti politici e giornalistici italiani si è levato davvero un coro, come quello di manzoniana memoria, che denuncia il deficit di consenso democratico della soluzione alla crisi che si va profilando. Alcuni, dotati di maggiore vis polemica o di maggiore immaginazione, si sono spinti addirittura a lanciare il grido d’allarme per un presunto «golpe» contro le istituzioni democratiche del nostro Paese.

Di fronte a queste compunte e sdegnate preoccupazioni si oppongono, in genere, due rilievi. Il primo riguarda il fatto che qualsiasi governo, di qualsiasi natura, deve trovare l’approvazione del Parlamento e, con ciò, ottiene la qualifica di «governo politico». Il secondo ricorda che i dieci anni passati da Monti come commissario europeo attribuiscono al candidato in pectore di Napolitano (e di tutta la comunità internazionale) una caratura politica indubbia e collaudata.

Le due osservazioni, però, non possono mettere a tacere quella preoccupazione, perché essa coglie un punto di assoluta verità ed esprime un timore del tutto fondato. Perché la politica, non solo in Italia, si è dimostrata incapace di governare i meccanismi dell’economia e della finanza internazionale e impotente davanti agli effetti sconvolgenti di quelle dinamiche sulla vita dei cittadini.

(continua a leggere sul sito della Stampa)