Cosa succede oggi col ministro Romano

Niente, probabilmente, ma ogni settimana la maggioranza deve giocare una partita nuova

Nel tardo pomeriggio di oggi, la Camera voterà la sfiducia del ministro dell’Agricoltura Saverio Romano. La mozione è stata presentata dal Partito Democratico in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio del ministro del 13 luglio scorso da parte della Procura di Palermo, per concorso esterno in associazione mafiosa. La maggioranza ha sulla carta i numeri per salvare Romano, quindi non dovrebbero esserci particolari sorprese. Il voto di oggi è comunque importante come ulteriore tappa di un percorso ormai minatissimo per verificare la solidità del governo e capire se sia in corso un ulteriore allargamento della maggioranza con l’ingresso di qualche nuovo deputato, come gira voce da giorni a Montecitorio.

Chi è Saverio Romano
Saverio Romano ha 46 anni, è nato a Palermo dove si è poi laureato in giurisprudenza. La sua carriera politica è iniziata presto e lo ha visto impegnato principalmente in partiti di ispirazione democristiana. Segretario dei giovani della Democrazia Cristiana in Sicilia, nel 1990 è diventato consigliere provinciale a Palermo e successivamente assessore. La prima elezione alla Camera risale al 2001, cui è poi seguita una nomina a sottosegretario al Lavoro nel governo Berlusconi. In Sicilia è stato uno dei principali esponenti dell’UdC, molto vicino a Salvatore Cuffaro, con il quale è uscito dal partito per fondare i “Popolari di Italia Domani” che sono confluiti in “Iniziativa Responsabile”, la stampella del governo alla Camera.

Il concorso esterno in associazione mafiosa
Nel giugno del 2003 Romano ricevette un avviso di garanzia per i suoi presunti rapporti con il boss della mafia Giuseppe Guttadauro in vista di una campagna elettorale. Romano si difese dall’accusa dicendo che l’incontro con il boss era stato solo proposto e che non se ne era fatto nulla per ragioni di opportunità. In mancanza di prove concrete sul presunto incontro, nell’aprile del 2005 il gup di Palermo decise di archiviare le accuse nei confronti di Romano. Nello stesso mese Romano divenne sottosegretario al Lavoro del terzo governo Berlusconi.

Alla fine del 2005 l’inchiesta venne riaperta in seguito alle dichiarazioni di Francesco Campanella, descritto dai giornali come uomo di fiducia di Cuffaro e Mastella, con stretti rapporti con i capimafia di Villabate, i Mandalà. Campanella disse che Romano era stato “autorizzato” dalla mafia a candidarsi nel collegio di Bagheria per le elezioni politiche, sostenendo che in quella zona «non c’è candidato che non è espressione della mafia». L’ex portaborse rivelò di esserne venuto a conoscenza dallo stesso Romano nel corso di un pranzo in cui avrebbe detto: «Campanella mi voterà sicuramente perché siamo della stessa famiglia». Romano si difese dicendo di aver fatto riferimento alla “famiglia democristiana” e di aver temuto per lungo tempo una reazione di Campanella in seguito alla sua decisione di allontanarlo dal partito.

Rinvio a giudizio
Lo scorso 13 luglio la procura di Palermo ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo i magistrati, Romano «avrebbe consapevolmente e fattivamente contribuito al sostegno e al rafforzamento dell’associazione mafiosa, intrattenendo, anche al fine dell’acquisizione del sostegno elettorale, rapporti diretti o mediati con numerosi esponenti di spicco dell’organizzazione tra i quali Angelo Siino, Giuseppe Guttadauro, Domenico Miceli, Antonino Mandalà e Francesco Campanella».

Corruzione aggravata
Saverio Romano è poi coinvolto in un’altra inchiesta per corruzione, aggravata dal favoreggiamento alla mafia. Il suo nome è emerso in seguito alle dichiarazioni di Massimo Ciancimino, il figlio di Vito Ciancimino, l’ex sindaco di Palermo. Romano è accusato di aver incassato del denaro da un conto corrente svizzero che Ciancimino avrebbe poi utilizzato per ottenere favori e per corrompere. Un biglietto riferito alla transazione e contenente il nome dell’attuale ministro sarebbe una prova del giro di denaro.

Nomina a ministro
Il 23 marzo scorso Saverio Romano è stato nominato ministro dell’Agricoltura al posto di Giancarlo Galan, che ha sostituito alla Cultura il dimissionario Sandro Bondi, sancendo di fatto l’appoggio dei parlamentari di “Iniziativa Responsabile” al governo Berlusconi. Subito dopo la cerimonia di giuramento, il presidente della Repubblica ha diffuso una nota esprimendo le proprie riserve sulla nomina di Romano considerate le sue vicende giudiziarie ancora aperte per la sua presunta vicinanza alla mafia.

Il voto di oggi
Non dovrebbe riservare particolari sorprese e consentirà probabilmente al ministro di mantenere il proprio incarico. Monica Guerzoni sul Corriere della Sera ha fatto i conti e almeno sulla carta i favorevoli alla sfiducia sarebbero 306, un numero insufficiente per far passare la mozione perché la maggioranza di voti a sfavore dovrebbe raccoglierne circa 320, contato anche qualche dissidente. La Lega Nord ha annunciato che voterà no alla sfiducia, dunque la maggioranza deve solo temere qualche assenza strategica. Il voto sarà a scrutinio palese e con chiamata nominale. Nella maggioranza tutti assicurano che non ci saranno “brutti scherzi”, ma ieri il governo è stato di nuovo sconfitto su un voto dell’aula, e le partite che deve giocare stanno diventando molto fitte, le squadre poi si stancano.