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  • Domenica 11 settembre 2011

In Libia si combatte ancora

Sono in corso combattimenti nelle ultime tre città in mano ai soldati fedeli a Gheddafi: Bani Walid, Sirte e Sabha

Libyan fighters loyal to the National Transitional Council (NTC) load new ammunition at an outpost in Wadi Dinar in the area along the frontline with the town of Bani Walid on September 11, 2011. Libya's new rulers were poised to launch a final assault on towns still loyal to Moamer Kadhafi a day after a deadline expired for their peaceful surrender. AFP PHOTO/JOSEPH EID (Photo credit should read JOSEPH EID/AFP/Getty Images)
Libyan fighters loyal to the National Transitional Council (NTC) load new ammunition at an outpost in Wadi Dinar in the area along the frontline with the town of Bani Walid on September 11, 2011. Libya's new rulers were poised to launch a final assault on towns still loyal to Moamer Kadhafi a day after a deadline expired for their peaceful surrender. AFP PHOTO/JOSEPH EID (Photo credit should read JOSEPH EID/AFP/Getty Images)

Sono in corso combattimenti in una delle tre località della Libia ancora in mano ai soldati fedeli a Gheddafi, Bani Walid. Le altre due sono Sirte e Sabha. Il Consiglio Nazionale Transitorio, il governo provvisorio dei ribelli, aveva indetto un ultimatum per indurre le tre città ad arrendersi. Durante la battaglia di oggi, scrive Al Jazeera, i ribelli hanno preso il controllo della parte nord di Bani Walid, fermandosi lì in attesa dell’arrivo dei rinforzi da Misurata. I ribelli avrebbero trovato a Bani Walid un numero superiore di soldati lealisti rispetto a quanto si aspettavano: probabilmente ne sono arrivati altri da Sirte – e questo è in qualche modo sorprendente perché i ribelli pensavano di avere tagliato i collegamenti tra le due città. La NATO nelle ultime 24 ore ha fatto almeno cinque raid aerei su Bani Walid. Per quanto meno intensi, i combattimenti sarebbero in corso anche a Sirte e a Sabha. Intanto oggi è arrivato per la prima volta a Tripoli Abdel Jalil, capo del governo provvisorio. Jalil ha ribadito che la guerra non è ancora finita.

Foto di JOSEPH EID/AFP/Getty Images