“I militari non mollano le caserme anche se sono vuote”

Sergio Rizzo spiega perché da vent'anni parliamo di "dismissione del patrimonio immobiliare dello Stato" e siamo ancora qui

Sergio Rizzo sul Corriere della Sera di oggi ripercorre gli ultimi vent’anni di tentativi di dismissione del patrimonio immobiliare dello Stato.

A riprova del fatto che vendere gli immobili pubblici sia sempre stata un’impresa titanica, ci sono le parole dell’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco. Il quale, intervistato più di dieci anni fa per il libro del Sole 24 Ore «Il fisco giusto», consegnò al giornalista Orazio Carabini questa sconcertante testimonianza: «Nessuna amministrazione collabora. In particolare non collabora il ministero della Difesa. I militari non mollano le caserme, anche se sono vuote. C’è una procedura che prevede che se non vengono utilizzate bisogna restituirle al demanio. Ma basta mettere un piantone di guardia per far vedere che è utilizzata e nessuno gliela può togliere». Di più. Luigi Scimia, amministratore delegato della Consap, la società che era stata incaricata di dismettere le caserme inutilizzate della Difesa, raccontò un giorno che su 302 immobili individuati come vendibili, ben 72 erano stati dichiarati di interesse storico artistico e 34 messi sotto il cappello della legge 1939 che tutela i beni artistici.

Da vent’anni il tormentone della cessione degli immobili pubblici va avanti, senza soluzione di continuità. I censimenti si susseguono, periodicamente vengono compilate liste interminabili, scoppiano inevitabili le guerre fra gli ambientalisti che paventano la vendita del Colosseo e il governo che si affretta a smentire. Il risultato è che ogni tentativo finisce regolarmente con un buco nell’acqua.

(continua a leggere su Diritti Globali)