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  • Domenica 7 agosto 2011

L’esercito siriano ha attaccato anche Deir ez-Zor

La repressione delle proteste continua nel nordest del paese, venti civili sono stati uccisi oggi

L’esercito siriano ha attaccato la città nordorientale di Deir ez-Zor uccidendo almeno venti persone. Dopo l’assalto dei giorni scorsi contro Hama, dove sono morti oltre cento civili, le forze armate del governo di Assad hanno puntato verso l’altra città che nelle ultime settimane era stata al centro delle proteste contro il regime di Damasco. I testimoni hanno raccontato di un vero e proprio assedio, con bombardamenti di artiglieria pesante e arresti indiscriminati. L’elettricità e le linee telefoniche sono state tagliate.

Il presidente Bashar al-Assad è di nuovo intervenuto per spiegare che l’intervento dell’esercito serve soltanto a reprimere le proteste di «bande armate fuori controllo» e difendere la popolazione civile. Le proteste, che erano iniziate a marzo nella città meridionale di Deera, si sono estese a tutto il paese e sono cresciute con l’aumentare della violenza dell’esercito. Il governo continua a negare che si tratti di una rivolta del popolo e dà la colpa ai gruppi islamici che starebbero cercando di dividere la Siria. Ma le testimonianze e i pochi video che i manifestanti sono riusciti a pubblicare su Youtube raccontano una realtà molto diversa, in cui i militari bombardano le città con l’artiglieria pesante, sparano sulla folla disarmata e arrestano indiscriminatamente tutte le persone sospettate di opposizione al regime. Secondo i dati diffusi dalle organizzazioni umanitarie, i morti sono già più di 1.600.

Sabato il primo ministro della Turchia Tayyip Erdogan ha avvertito Assad che il governo turco sta perdendo la pazienza e non potrà più tollerare il suo sanguinoso massacro di civili. «Sto inviando il nostro ministro degli Esteri in Siria per tenere tutti gli incontri necessari. Il nostro messaggio sarà consegnato chiaramente e i prossimi passi dipenderanno dalla risposta che ci daranno». Dallo scorso giugno migliaia di siriani si sono rifugiati in Turchia per sfuggire alle violenze e agli arresti dell’esercito di Damasco. Il governo turco aveva da subito garantito asilo ai rifugiati e condannato duramente la repressione di Assad. Oggi anche la Lega Araba ha condannato ufficialmente per la prima volta il governo siriano.