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  • Mercoledì 3 agosto 2011

Il partito di Anders Breivik

La leader della destra norvegese ha dovuto ammettere che l'assassino di 77 persone era iscritto al suo partito

Siv Jensen , leader of Fremskrittspartiet (Progress party) speaks during an interview with AFP in her parliament office on the attacks on government buildings and massacre on the youth camp of the Norwegian Labour Party in Oslo on August 2 , 2011. At least 77 were killed in the Friday 22nd July attacks in Norway, a bombing in central Oslo and a series of shootings on an island just outside the capital. AFP PHOTO / ODD ANDERSEN (Photo credit should read ODD ANDERSEN/AFP/Getty Images)
Siv Jensen , leader of Fremskrittspartiet (Progress party) speaks during an interview with AFP in her parliament office on the attacks on government buildings and massacre on the youth camp of the Norwegian Labour Party in Oslo on August 2 , 2011. At least 77 were killed in the Friday 22nd July attacks in Norway, a bombing in central Oslo and a series of shootings on an island just outside the capital. AFP PHOTO / ODD ANDERSEN (Photo credit should read ODD ANDERSEN/AFP/Getty Images)

Il Partito del Progresso fu fondato nel 1973, è oggi il secondo partito nel parlamento norvegese, e ha costruito un ampio consenso a partire da posizioni conservatrici, antistataliste e populiste, con un forte accento di opposizione all’immigrazione e xenofobia. Gli altri partiti ne sono stati sempre alla larga, ma il tradizionale Partito Conservatore che ne aveva a lungo preso le distanze di recente ha cominciato a fare i conti con la sua forza e l’efficacia dei suoi messaggi. Il leader del Partito del Progresso è una donna, ha 42 anni e si chiama Siv Jensen.

Oggi il Partito del Progresso ha ammesso che Anders Breivik, l’uomo che ha ucciso 77 persone in due attentati il 22 luglio scorso, è stato iscritto al partito tra il 1999 e il 2006. E gli allarmi sulle minacce musulmane pronunciati in questi anni da Jensen sono finite sotto accusa da molte parti, malgrado Jensen abbia risposto sottolineando come nello squinternato manifesto di Breivik si parlasse della sua delusione per il Partito del Progresso e si attaccassero tutti i partiti norvegesi. E negando che Breivik si sia mai fatto notare per qualsiasi attività all’interno del partito. In un’intervista al quotidiano Aftenposten Jensen è però sembrata molto sfuggente ed elusiva sulle contestazioni a proposito della retorica e del linguaggio del partito, ammettendo che ci dovrà essere un tempo per dei ripensamenti. L’unica cosa di cui si è detta ancora convinta è che la Norvegia non debba ridiscutere sulla pena di morte: “nessuno può prendersi il diritto di togliere la vita a un altro, non lasciamoci travolgere dalle emozioni”.

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