Il Tar annulla la giunta comunale di Roma

Non rispettava le norme sulle cosiddette quote rosa con una sola donna su undici assessori

A sorpresa, il Tar del Lazio ha annullato venerdì 15 luglio la Giunta del Comune di Roma, per mancato rispetto delle «quote rosa». Lo hanno deciso i giudici della seconda sezione, presieduti da Luigi Tosti, i quali hanno accolto i ricorsi proposti dai Verdi di Bonelli, dalle consigliere comunali di Roma di Pd e Sel Monica Cirinnà e Maria Gemma Azuni, e dalle consigliere di Parità della provincia di Roma e della regione Lazio, Francesca Bagni e Alida Castelli.

La giunta capitolina che regge l’amministrazione di Roma Capitale, in effetti, comprende una componente femminili – l’assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso – ma una sola, su un totale di 11 assessori. Dieci uomini e una donna, dunque. E il problema delle quote rosa era stato sollevato più volte, specie in occasione dell’ultimo rimpasto che portò – nel gennaio 2011 – alla sostituzione in primo luogo dell’assessore alle Politiche culturali – al posto dell’uscente Umberto Croppi (Fli), l’attivissimo delegato al Centro storico Dino Gasperini (Pdl) – eppoi di quelli ai Trasporti, all’Ambiente e al Bilancio: fuori Sergio Marchi, Fabio De Lillo, Maurizio Leo. In quell’occasione venne rimossa anche l’assessore alle Politiche scolastiche Laura Marsilio e la «quota rosa» in giunta scese da due a una sola donna.

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