L’Unione Europea interviene sulla proroga di 90 anni delle concessioni balneari

«Ci aspettiamo chiarimenti da parte delle autorità italiane»

Tutti i giornali italiani riferiscono stamattina delle prime perplessità non ufficiali avanzate dai responsabili dell’Unione Europea sul progetto di proroga di 90 anni per le concessioni balneari italiane annunciato ieri dal ministro Tremonti.

Con una procedura d’infrazione ancora non risolta contro l’Italia per il sistema sulle concessioni marittime, che prevede il loro rinnovo automatico ogni sei anni, Bruxelles ha dichiarato oggi tutta la sua «sorpresa» per le notizie stampa sul decreto sviluppo che introduce il «diritto di superficie» su coste e litorali per un periodo di 90 anni. Il dubbio di Bruxelles è che il provvedimento sia contrario alle regole del mercato unico e della libera concorrenza. E si aggiunge alle critiche già giunte dagli ambientalisti e dai timori dei consumatori di rincari dei prezzi negli stabilimenti attorno al 6%. Il clima è rovente e la misura è una delle più criticate dai partiti di opposizione, tanto che in difesa della scelta del governo scendono in campo tre ministri, allo Sviluppo, Paolo Romani, all’Ambiente Stefania Prestigiacomo e al Turismo, Michela Brambilla. Ma la norma ha sorpreso Bruxelles. «Non abbiamo ricevuto nessuna notifica da parte delle autorità italiane, ma se i rapporti letti sulla stampa sono corretti e confermati, saremmo molto sorpresi perchè non sarebbe ciò che ci aspettavamo», ha detto Chantal Hughes, portavoce del commissario francese al mercato interno Michel Barnier. «Ci aspettiamo chiarimenti da parte delle autorità italiane, la nostra richiesta sarà inviata il più presto possibile», ha precisato. «La reazione ufficiale e formale della Commissione al decreto – ha detto ancora – arriverà solamente quando avremo visto e analizzato in dettaglio il provedimento».

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