Niente dati Audiradio neanche per il 2011

La catastrofe del sistema di rilevazione dei programmi radiofonici prosegue

8th August 1966: Welsh singer Tom Jones rehearsing before an appearance on the Bruce Forsyth Show. (Photo by William Lovelace/Express/Getty Images)
8th August 1966: Welsh singer Tom Jones rehearsing before an appearance on the Bruce Forsyth Show. (Photo by William Lovelace/Express/Getty Images)

Anche la radio ha i suoi sistemi di rilevazione, usati sia per dare indicazioni alle reti sul successo o meno dei singoli programmi e delle loro collocazioni, sia naturalmente per definire mercato e cifre delle inserzioni pubblicitarie: il sistema è gestito da un consorzio a cui appartengono i maggiori network nazionali e tecnicamente è molto diverso da quello televisivo. In assenza infatti di una tecnologia che registri le scelte degli ascoltatori, per i dati si ricorre a interviste telefoniche a cui attendibilità è stata spesso messa in discussione in passato.

Proprio in cerca di una maggiore affidabilità, l’anno passato Audiradio aveva modificato sostanzialmente il proprio sistema di rilevazione e registrazione dei dati, creando in particolare il criterio dei “diari” cosidddetti, ovvero consegnando a un campione di ascoltatori la responsabilità di registrare le proprie scelte. Il nuovo sistema (tutto è raccontato qui) aveva fornito però dati così diversi dai precedenti che molte radio li avevano contestati e dopo lunghe polemiche Audiradio aveva annunciato clamorosamente a settembre l’annullamento delle rilevazioni del 2010, lasciando in un limbo di vaghezza tutte le valutazioni sui risultati delle varie reti (in Rai, per esempio, i nuovi palinesti e progetti editoriali varati alla fine del 2009 non hanno avuto fino a oggi nessuna sanzione: non si ha la minima idea se vadano meglio o peggio dei precedenti).

E le cose non sembrano destinate a migliorare. Stamattina Andrea Laffranchi sul Corriere della Sera racconta che Audiradio ha rinunciato a fornire dati anche per il 2011: “il consiglio di amministrazione ieri ha ufficializzato che, visto il mancato accordo sul sistema di raccolta, nel 2011 non verrà diffuso alcun dato”.

Due i blocchi che si fronteggiano e che non consentono di trovare una maggioranza all’interno del Cda: da una parte i canali di Stato, le radio del gruppo Espresso (Deejay, Capital, M2O), Radio 24 del Sole 24 Ore e R101 che fa capo a Mondadori. Dall’altra gli altri grandi network come Rtl, Rds, il gruppo Finelco (105, Monte Carlo, Virgin) e Kiss Kiss e Radio Italia che, per superare l’impasse, hanno chiesto di tornare alle interviste telefoniche. Audiradio quei numeri li avrebbe, ma l’accordo sui panel diari prevedeva che fossero resi pubblici soltanto quelli delle radio locali. Commenta François Le Genissel, direttore generale di Finelco: «Non dobbiamo pensare solo al mercato pubblicitario, ma anche all’aspetto editoriale. Il blocco è un fatto incredibile e mai visto. In attesa di arrivare a una situazione condivisa da tutti sarebbe bene diffondere i dati Cati, anche perché noi li abbiamo pagati» . Replica Bruno Socillo, direttore della Divisione radio della Rai: «Questa situazione è disastrosa per tutti, ma è curioso che ci siano soci che hanno votato in un modo e ora chiedono il contrario» .

La contesa è arrivata anche in tribunale, spiega Laffranchi.

Open Space, la concessionaria pubblicitaria di Rtl, ha chiesto con un provvedimento d’urgenza al Tribunale di Milano lo sblocco dei dati. Ma il giudice ha risposto no perché, non essendo socia di Audiradio, non ne avrebbe diritto. «Stiamo valutando una causa comune con altre emittenti — rilancia Lorenzo Suraci, presidente di Rtl — perché abbiamo investito migliaia di euro per quelle ricerche» . Diversa l’opinione di Carlo Mandelli, ad di Monradio (R101): «Il ripristino fin da subito di un’indagine basata su parametri innovativi— ha detto nei giorni scorsi — deve essere solo il primo step per arrivare al più presto a un sistema di misurazione passiva dell’audience» . Il rischio è che, in mancanza di una soluzione, intervenga l’Agcom. Prova a mediare Vincenzo Vitelli, presidente di Audiradio: «Se guardo al futuro sono fiducioso. Il consiglio ha confermato la volontà di proseguire sulla strada della sperimentazione del meter» . Che sarebbe un piccolo apparecchio, grande come il telecomando auto o addirittura un software da mettere sul cellulare, in grado di rilevare come e quando la radio è ascoltata. «Il nostro obiettivo— aggiunge— è essere pronti per il 2012».

Bisogna però aggiungere che il progetto di un “meter” è argomento decennale nel dibattito sui dati radiofonici, sul quale le varie radio hanno litigato sempre assai prima di arrivare a questa situazione di ferri corti. E quindi, nel frattempo, quello che ascoltiamo in radio continua a non essere basato su nessun criterio di gradimento da parte degli ascoltatori.