• Mondo
  • Lunedì 21 febbraio 2011

David Cameron in Egitto

Il premier britannico è il primo capo di governo a visitare il paese dopo le dimissioni di Mubarak

Conservative Party leader David Cameron is pictured on a private plane bound for Belfast, Northern Ireland, Tuesday May 4, 2010. Britons will go to the polls Thursday May 6 in a general election. (AP Photo/Carl de Souza, pool)
Conservative Party leader David Cameron is pictured on a private plane bound for Belfast, Northern Ireland, Tuesday May 4, 2010. Britons will go to the polls Thursday May 6 in a general election. (AP Photo/Carl de Souza, pool)

Il premier britannico David Cameron è in visita in Egitto: è il primo tra i capi di stato e di governo a visitare il paese dopo le dimissioni di Mubarak, avvenute dieci giorni fa. Cameron si fermerà nel paese per cinque ore, durante le quali incontrerà l’attuale primo ministro egiziano Ahmed Shafik e il capo del Consiglio supremo dell’esercito, Mohamed Tantawi, che al momento riveste le funzioni di presidente del paese. Sono stati fissati degli incontri anche con i leader dei movimenti di opposizione, fatta eccezione per i rappresentanti dei Fratelli Musulmani.

La tappa in Egitto è stata aggiunta all’ultimo momento a un viaggio in Medio Oriente precedentemente programmato con l’intento di promuovere i rapporti commerciali del Regno Unito nella regione, uno dei principali punti della politica estera di Cameron. Durante il volo Cameron ha detto ai giornalisti al seguito che la visita in Egitto è «una grandiosa opportunità di incontrare le persone che in questo momento governano l’Egitto, e di assicurarci che sia in atto una vera transizione dal governo militare a quello civile. In questo modo potremo capire in che modo il Regno Unito e gli altri paesi europei possono aiutare l’Egitto».

Il premier britannico ha ribadito che quella dell’Egitto non è «una rivolta islamica: non ci sono estremisti nelle strade. Queste sono persone che vogliono avere le libertà fondamentali che noi nel Regno Unito consideriamo normali». Cameron ha ribadito che «i governi devono rispondere alle proteste con le riforme, e non con la repressione», riferendosi a quanto successo in Bahrein e in Libia. In particolare, ha definito «spaventoso e inaccettabile» quello che sta succedendo in Libia: «il governo sta usando la più feroce repressione contro chi vuole vedere un po’ di progresso nel paese, che è uno dei più chiusi e dispotici in circolazione».

Durante il suo viaggio in Medio Oriente, scrive il Guardian, Cameron cercherà di dimostrare che «promuovere gli interessi commerciali del Regno Unito nel Medio Oriente va di pari passo con l’impegno a incoraggiare le riforme politiche nella regione»e che la politica estera britannica non è focalizzata solo sugli interessi economici. A tal proposito, il Regno Unito ha sospeso l’esportazione di armi in Bahrein e in Libia per il timore che potessero venire usate contro i manifestanti. Cameron cercherà di dimostrare che promuovere delle riforme in senso liberale, sviluppare la crescita economica, e risolvere le minacce alla sicurezza sono i modi migliori per stabilire un lungo periodo di stabilità nella regione.

foto: AP Photo/Carl de Souza