Tutti contro Aldo Grasso

Gad Lerner e Linus rispondono arrabbiati al critico del Corriere della Sera

La settimana scorsa su Sette Aldo Grasso, il critico televisivo del Corriere della Sera, aveva parlato piuttosto male dell’intervista fatta da Linus a Maria De Filippi durante Deejay chiama Italia. Linus gli aveva risposto così sul suo blog.

Poco gentile signor Grasso,
sono un suo assiduo lettore, così come so essere lei assiduo frequentatore di questo blog.
Mi permetto quindi, conoscendo la sua passione per i telefilm, di citarle quello che a mio modesto parere è il migliore dell’ultima generazione. Mi riferisco a Luther, miniserie poliziesca della BBC, finita proprio ieri sera.
Se non l’ha ancora vista se la procuri, pur infinitamente più giovane il protagonista le somiglia tantissimo.

(continua a leggere sul blog di Linus)

Ieri invece anche Gad Lerner ha polemizzato col critico del Corriere. Grasso aveva scritto di una puntata dell’Infedele facendo commenti sarcastici riguardo Lorella Zanardo, autrice del documentario “Il corpo delle donne” definita “la castigamatti della tv”. Lerner gli ha risposto sulla rubrica settimanale che tiene su Vanity Fair.

Dopo vent’anni abbondanti di lavoro in televisione contravverrò parzialmente, per una volta, alla regola che da solo mi ero autoimposto fin dall’inizio: mai replicare alle recensioni dei critici, per rispetto della loro autonomia di giudizio. Niente ringraziamenti quando parlano bene, niente proteste quando parlano male, niente precisazioni o arruffianamenti sotterranei. Che sia proibito a chi fa tv intrecciare un dialogo con chi per mestiere valuta le sue creature.

Se faccio un’eccezione con Aldo Grasso, che detiene la rubrica televisiva sul “Corriere della Sera” da prima ancora che io cominciassi a lavorare nell’elettrodomestico rettangolare, è perché sono reduce da una manifestazione promossa da donne arrabbiate che hanno fatto sentire efficacemente la loro voce in ogni contrada d’Italia. Da decenni la questione femminile non assumeva nel nostro paese un tale rilievo pubblico, dando luogo a discussioni appassionate e civili, nonostante il ministro dell’Istruzione che ha qualificato in anticipo le manifestanti come “poche radical-chic” (peccato che la Gelmini non legga Grasso, altrimenti avrebbe potuto mutuarne la variazione altrettanto sarcastica ma più originale di “sinistra Vanity Fair”).

(continua a leggere sul blog di Gad Lerner)