Le fesserie del processo Berlusconi

Luigi Ferrarella sul Corriere mette un po' d'ordine nella "gara a chi la spara più grossa" sull'inchiesta

Se l’inchiesta è «una farsa» e «una vergogna», allora il presidente del Consiglio ha in mano un’arma formidabile e fulminea per far saltare il banco dell’accusa già prima dell’inizio del processo fissato al 6 aprile: chiedere di andare subito a sentenza scegliendo il rito alternativo del «giudizio abbreviato», che si celebra proprio solo sulla base di quegli «atti infondati» raccolti sinora dai pm e integrabili esclusivamente da ulteriori prove fornite dalla difesa. E per di più a porte chiuse, dunque con relative minori ricadute sull’immagine, e davanti a un gup ancora diverso dal gip che ieri l’ha rinviato a giudizio (e ovviamente dai tre pm). Se il premier volesse, lo spazio ci sarebbe.

L’«evidenza della prova», presupposto del rinvio a giudizio immediato ravvisato ieri dal gip Cristina Di Censo, non significa infatti che evidente sia la colpevolezza di Berlusconi (ancora da accertare nei futuri tre gradi di giudizio), ma che evidente sia la consistenza degli indizi proposti dall’accusa, talmente solidi da escludere che l’imputato potesse essere prosciolto in una ordinaria udienza preliminare dalle imputazioni di concussione e di prostituzione minorile.

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