A Livorno anche le coppie gay potranno avere un certificato di famiglia

Il certificato dà diritto a richiedere un alloggio popolare o ottenere congedi lavorativi

In attesa che l’Italia si doti di uno strumento di regolamentazione delle coppie dei fatto adeguato ai tempi e agli standard europei, in questi anni comuni e regioni volenterosi si sono dati da fare dando occasioni di riconoscimento alle decine di migliaia di famiglie composte da persone conviventi e non sposate, molte di queste impossibilitate a farlo perché composte da persone dello stesso sesso. Molti di questi, però, sono stati atti di tipo simbolico: registri pubblici, importanti ma di per sé non risolutivi, in mancanza di una legge nazionale. L’iniziativa del comune di Livorno si differenzia dalle altre per avere anche delle conseguenze concrete, oltre che simboliche.

Via libera dal consiglio comunale di Livorno al “certificato anagrafico di famiglia” che potrà essere richiesto anche da coppie gay e lesbiche. Questa nuova istituzione darà possibilità di rappresentanza a tutti i rapporti basati «sul rispetto della persona, sull’amore reciproco, sulla comunione di intenti, la creazione di una famiglia», come recita testualmente la mozione approvata oggi e presentata dal consigliere Arianna Terreni (Pd).

Non dovrebbe avere valore puramente simbolico. Per esempio, il certificato è valido per richiedere l’assegnazione di un alloggio popolare o per ottenere congedi lavorativi (la legge 53/2000 sui congedi parentali riconosce al lavoratore il diritto a un permesso retribuito di tre giorni all’anno in caso di decesso o grave infermità del coniuge o di un parente entro il secondo grado o del convivente purché la convivenza risulti sul certificato anagrafico).

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