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  • Mercoledì 2 febbraio 2011

Quello che non sappiamo dell’11 settembre

L'FBI starebbe ancora cercando quattro uomini sospettati di essere coinvolti nell'attentato dell'undici settembre

Secondo alcuni nuovi cable di Wikileaks pubblicati dal quotidiano britannico Telegraph, l’FBI starebbe ancora cercando quattro uomini sospettati di essere coinvolti nell’attentato dell’undici settembre. Tre di loro, tutti provenienti dal Qatar, avrebbero condotto delle operazioni di sorveglianza nei giorni immediatamente precedenti il crollo delle Torri Gemelle. Il quarto, un cittadino degli Emirati Arabi Uniti di nome  Mohamed Al Mansoori, sarebbe stato il loro contatto negli Stati Uniti.

Nei documenti, datati febbraio 2010, un diplomatico americano in Qatar informa il dipartimento della Sicurezza interna a Washington della possibilità che i presunti colpevoli abbiano condotto delle operazioni di sorveglianza e di identificazione sui siti colpiti a New York e a Washington. I tre uomini sarebbero partiti per Londra il giorno prima degli attacchi e il personale di un albergo di Los Angeles dove avevano alloggiato si era insospettito trovando nella loro stanza «diverse uniformi simili a quelle dei piloti d’aereo», computer portatili, orari di voli, liste di nomi di piloti e di compagnie aeree, pacchi destinati a paesi arabi. Avevano anche dei biglietti per un volo American Airlines da Los Angeles a Washington il 10 settembre 2001, sul Boeing 757 che poi si è schiantato sul Pentagono, ma non si presentarono all’imbarco e partirono lo stesso giorno da Los Angeles per Londra. L’Fbi avrebbe accertato in seguito che i biglietti d’aereo dei tre e il conto dell’albergo erano stati pagati da un terrorista già conosciuto.

Altri documenti, datati gennaio 2009, parlano invece del tentativo di Al Qaida di procurarsi materiale radioattivo e di reclutare scienziati per fabbricare una «bomba sporca», un’arma atomica che «contaminerebbe per anni le zone colpite». Oggi Wikileaks è stata candidata al Premio Nobel per la pace 2011 per il suo ruolo svolto a favore della libertà di espressione. Il parlamentare norvegese Snorre Valen ha indicato il sito e l’organizzazione per il riconoscimento dicendo che «ha fornito uno dei maggiori contributi alla libertà di espressione ed alla trasparenza in questo secolo».