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  • Martedì 1 febbraio 2011

La marcia del milione di egiziani

Proteste in tutto il paese, le opposizioni rifiutano l'invito del governo e chiedono le dimissioni di Mubarak, la Turchia consiglia un passo indietro

Ricapitoliamo. Come annunciato nella serata di ieri, a partire da questa mattina i manifestanti al Cairo si sono ritrovati in piazza Tahrir per chiedere le dimissioni di Hosni Mubarak. L’obiettivo era quello di raccogliere almeno un milione di persone, ma è difficile stabilire con certezza quanti abbiano effettivamente partecipato alla manifestazione. Per buona parte del pomeriggio Al Jazeera ha parlato di più di un milione di manifestanti in piazza, mentre le altre emittenti e le agenzie di stampa hanno dato stime più caute intorno al mezzo milione di partecipanti. BBC ha stimato la presenza di circa 250mila persone, numero basato sulla capienza della piazza, ma anche in questo caso si tratta di una stima approssimativa.

Altre manifestazioni si sono tenute in molte delle principali città dell’Egitto. Ad Alessandria un corteo di alcune centinaia di migliaia di manifestanti ha attraversato il centro della città dirigendosi verso il porto. A Suez ci sono stati altri cortei, sorvegliati dalle forze armate che non sono comunque dovute intervenire.

La protesta è stata sostanzialmente pacifica e l’esercito ha mantenuto la propria promessa di garantire la sicurezza di chi protesta senza intervenire nelle manifestazioni o impedirne l’organizzazione. In piazza Tahrir ci sono ora diverse decine di migliaia di manifestanti. Dicono che rimarranno lì a oltranza fino a quando Mubarak non avrà dichiarato le dimissioni. Sono attrezzati con tende, pasti e té caldo e saranno probabilmente raggiunti domani da altri cortei.

Il piano iniziale della giornata prevedeva che una volta raccolti in piazza Tahrir, i manifestanti muovessero verso il palazzo presidenziale di Mubarak. L’iniziativa è però saltata per ragioni di sicurezza e per il timore di dover abbandonare la piazza, ormai un presidio simbolico della protesta.

Sul piano politico El Baradei ha chiesto nuovamente a Mubarak di fare un passo indietro e di rassegnare le proprie dimissioni entro venerdì prossimo. Le opposizioni avevano ricevuto ieri un invito da parte del governo per aprire una nuova fase di dialogo, ma oggi è arrivata la loro rinuncia: prima Mubarak si deve dimettere, serve un segnale di forte discontinuità. Il primo ministro turco Erdoğan si è rivolto pubblicamente al presidente egiziano, ricordandogli che nessuno vive in eterno e che le richieste del popolo devono essere ascoltate. La Turchia è da sempre un alleato importante dell’Egitto e la netta dichiarazione del suo primo ministro indica quanto Mubarak sia sempre più isolato.

Nel tardo pomeriggio in piazza Tahrir sono circolate alcune indiscrezioni circa una possibile fuga all’estero di Mubarak, forse in Bahrein. La notizia è stata smentita, ma testimonia quanto stia crescendo il vuoto di potere in Egitto, nonostante i tentativi del nuovo governo di lanciare alcune disperate proposte – come un nuovo piano di aiuti per i disoccupati – per placare la rabbia della folla.

L’ottavo giorno di proteste si sta concludendo e la richiesta fondamentale rimane sempre la stessa: Mubarak si deve dimettere.

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17.58 – In piazza Tahrir c’è chi si prepara per la notte con tende e coperte. È anche iniziata la distribuzione di té e di cibo per chi ha deciso di rimanere nelle prossime ore per continuare a chiedere le dimissioni di Hosni Mubarak.

17.42 – Jonathan Rugman rettifica: fonti attendibili dicono che Mubarak è ancora nel paese.

17.21 – In piazza Tahrir ci sono ancora migliaia di manifestanti, ormai è notte e formalmente da quasi tre ore è in vigore il coprifuoco in buona parte delle città egiziane.

16.45 – Al Cairo sono quasi le sei di sera e inizia a far buio. I manifestanti sono in piazza da questa mattina e c’è chi si organizza per distribuire acqua e cibo. Le voci tra la folla circolano in continuazione. Una delle indiscrezioni più frequenti riguarda proprio la possibile fuga di Mubarak. Alcuni dicono di aver avuto notizia del suo jet privato in volo, ma non ci sono conferme di alcun genere e solamente molte incertezze.

16.33 – Circolano voci di un possibile abbandono di Hosni Mubarak. Il presidente sarebbe diretto verso il Bahrain, ma non ci sono conferme. La fonte è il Guardian tramite Jonathan Rugman dell’emittente britannica Channel 4. Le stesse voci riferiscono di un incontro tra El Baradei e l’ambasciatore statunitense in Egitto.

15.41 – Per superare l’oscuramento di Al Jazeera, alcune televisioni locali egiziane hanno iniziato a trasmettere il segnale dell’emittente sulle loro frequenze.

15.34 – Ad Alessandria, giovani studenti e altri volontari controllano gli accessi alla Bibliotheca Alexandrina per evitare che vandali e teppisti entrino negli edifici della biblioteca e ne danneggino le proprietà. Qualcosa di analogo era accaduto sabato scorso per il Museo Egizio del Cairo, prima dell’intervento dell’esercito per metterlo in sicurezza.

15.15 – Intanto, il re di Giordania ha sciolto il governo del paese, in seguito alle proteste di piazza delle ultime settimane, e ha dato mandato a un ex generale dell’esercito di formare un nuovo governo.

15.12 – L’organizzazione non governativa Human Rights Watch segnala che ad Alessandria il numero di manifestanti sta aumentando considerevolmente, ma non si registrano scontri.

14.58 – Gli Stati Uniti hanno ordinato a tutto il personale diplomatico non strettamente necessario per la gestione delle emergenze di lasciare l’Egitto.

14.56 – Anche a Tanta, la quinta città più grande dell’Egitto, e a Kafr El Sheikh, a 134 chilometri nord del Cairo, si registrano manifestazioni con migliaia di persone in piazza contro il governo. Intanto, al Cairo le forze dell’ordine stanno posizionando del filo spinato intorno alla residenza di Mubarak.

14.46 – La protesta continua in piazza Tahrir e i manifestanti dicono che ne organizzeranno una ancora più grande per venerdì prossimo se Mubarak non darà le dimissioni. El Baradei, il premio Nobel per la pace, ha invitato il presidente ad abbandonare il potere entro venerdì prossimo.

14.29 – Oltre al Cairo e Alessandria, in questo ore le proteste si sono estese ad altre città importanti dell’Egitto come Suez, Ismailia, Mansura, Damietta e Mahalla.

14.21 – La TV di stato inizia a dare qualche notizia, ma parla di cinquemila manifestanti in tutto in piazza Tahrir.

14.19 – Kevin Connolly (BBC) segnala un efficace manifesto in piazza: «Il popolo non deve temere il proprio governo, il governo deve temere il proprio popolo».

14.13 – Al Jazeera dice che nell’area intorno a piazza Tahrir al Cairo ci sono almeno due milioni di manifestanti, ma altre televisioni ed agenzie di stampa sono più caute e parlano di mezzo milione di persone.

14.12 – Ad Alessandria un corteo con alcune migliaia di partecipanti ha iniziato a sfilare per le strade della città, ma senza un percorso chiaro e definito.

14.10 – Sultan Al Qassemi, giornalista del National, segnala la scomparsa del segnale di Al Jazeera, che sembra essere oscurata in questi momenti.

13.37 – Mentre prosegue la protesta in piazza, ci si chiede che cosa farà ora Mubarak. L’impressione è che il presidente rimanga ancora al potere in attesa degli sviluppi politici.

13.34 – La TV di stato sta trascurando l’enorme manifestazione, ma in compenso dà spazio a una piccola manifestazione a favore del governo organizzata dall’NDP, il partito di Mubarak.

12.54 – E adesso che cosa facciamo? Se lo chiedono i manifestanti in piazza. Il movimento non è organizzato e non è chiaro se inizierà o meno il corteo verso il palazzo presidenziale. La distanza dalla piazza al palazzo è di una dozzina di chilometri e i manifestanti temono che una volta lasciata, la piazza possa essere rioccupata dalle forze dell’ordine.

12.37 – Secondo Al Jazeera, nell’area di piazza Tahrir al Cairo sarebbe stata disattivata la rete cellulare.

12.29 – La TV di stato dà informazioni scarse e frammentarie sulle manifestazioni e cerca di trasmettere l’immagine di una città pacifica dove le attività continuano normalmente, come dimostra il confronto andato in onda poco fa su Al Jazeera.

12.26 – I Fratelli Musulmani confermano: con Mubarak non si dialoga e nemmeno con il nuovo governo, serve un segno di forte discontinuità.

12.25 – Il Guardian parla di alcune migliaia di manifestanti in piazza anche ad Alessandria. La situazione è tranquilla e monitorata a distanza dai militari.

12.20 – È il momento della preghiera e in piazza scende il silenzio per qualche minuto.

12.18 – Ora Al Jazeera, in genere molto cauta sui numeri, parla di più di un milione di egiziani in piazza Tahrir e nei dintorni. Il confronto qui sotto mostra la piazza com’è adesso rispetto a com’era all’inizio della mattinata. L’inquadratura comprende solo una porzione della piazza.

12.04 – Le opposizioni hanno sottoscritto un documento comune per chiedere le dimissioni di Mubarak, rinunciando di fatto all’offerta di collaborazione di ieri di Sulayman.


12.01 – Le ultime immagini di Al Jazeera mostrano piazza Tahrir affollata dai manifestanti. L’immagine qui sotto comprende un solo terzo della piazza.

11.58 – Nella serata di ieri il vicepresidente Sulayman aveva chiesto alle opposizioni di aprire una nuova fase di dialogo e confronto. Le dichiarazioni di WAFD sembrano far tramontare questa possibilità, almeno fino a quando Mubarak sarà ancora al potere.

11.57 – Un portavoce del partito liberale di opposizione WAFD chiede un nuovo governo e lo scioglimento del Parlamento egiziano. Per il partito, la protesta ha dimostrato che Mubarak non ha più l’appoggio del popolo e che quindi deve farsi da parte.

11.55 – Un gruppo di magistrati si è unito ai manifestanti in piazza Tahrir. I giudici portano uno striscione con la scritta: «I magistrati e il popolo sono uniti».

11.45 – La possibilità che il corteo non parta sembra essere remota, almeno stando alle ultime notizie date da Beaumont: si parte quando la piazza sarà piena. Il movimento non è comunque molto organizzato, come si era già capito nei giorni scorsi.

11.43 – Al Jazeera trasmette dal Cairo nonostante il divieto del governo di trasmettere immagini dalla capitale e le recenti confische dell’equipaggiamento di alcune troupe.

11.41 – E ci sono ancora cifre contrastanti sul numero delle persone in piazza, la stima ora si aggira intorno ai 250mila, ma c’è chi sostiene che sarebbero già mezzo milione.

11.37 – I manifestanti continuano a confluire in piazza Tahrir al Cairo e, secondo un’inviata di Al Jazeera, potrebbero rimanere lì senza dar vita al corteo fino al palazzo presidenziale come annunciato questa mattina.

11.30 – Nel proprio notiziario di mezzogiorno, la TV di stato egiziana sembra non abbia dato la notizia dei manifestanti che si stanno ritrovando in piazza Tahrir per il corteo di oggi.

11.29 – Navi Pillay è responsabile dei diritti umani presso l’ONU e stima che almeno 300 persone siano morte in Egitto da quando sono iniziate le proteste una settimana fa.

11.21 – L’esercito sta distribuendo alla folla alcuni volantini dove conferma i propri impegni: garantire il diritto di manifestare e la sicurezza al Cairo.

11.19 – Secondo Al Jazeera nell’area di piazza Tahrir ci sono circa centomila persone.

11.15 – Le cose iniziano a muoversi anche ad Alessandria. Qui l’esercito sembra essere meno impegnato sul fronte della gestione della sicurezza, così gli stessi manifestanti fanno servizio d’ordine.

11.13 – Erdoğan: «Dico una cosa a Mubarak come a un fratello: nessuno di noi vivrà per sempre. Non vogliamo spargimenti di sangue.»

11.10 – Recep Tayyip Erdoğan, il primo ministro della Turchia, ha dichiarato che «Mubarak deve ascoltare le richieste del popolo. Dico alla popolazione egiziana: la democrazia è un vostro diritto».

11.07 – Per la BBC ora in piazza al Cairo ci sono 50mila persone.

11.06 – Alcuni gruppi di cittadini collaborano con l’esercito per condurre le perquisizioni e i controlli di sicurezza in piazza Tahrir.

11.04 – La Borsa in Egitto rimarrà chiusa almeno fino alle fine della settimana, dice Al Arabiya.


10:51 – Peter Beaumont è un inviato dell’Observer e si trova in piazza Tahrir. Grazie ai suoi aggiornamenti sappiamo che in piazza la folla continua ad aumentare, che le misure di sicurezza sono notevoli con continue perquisizioni e che la rete cellulare potrebbe essere nuovamente limitata.

10.36 – Al Jazeera dice che le opposizioni avrebbero da poco iniziato una riunione per concordare una risposta da dare al nuovo vicepresidente, che ieri aveva chiesto collaborazione per superare la crisi.

10.23 – Sempre per ragioni di sicurezza, l’esercito controlla i varchi di accesso a piazza Tahrir e chiede ai manifestanti di mostrare un documento e se necessario esegue perquisizioni.

10.17 – I manifestanti stanno raggiungendo pacificamente piazza Tahrir al Cairo. Non si registrano scontri e la situazione viene monitorata dall’esercito sia a terra con pattuglie e mezzi blindati, sia dal cielo con alcuni elicotteri da ricognizione.

10.16 – L’emittente all news Al Arabiya dice che l’NDP, il partito di Mubarak, organizzerà presto una manifestazione a favore del governo al Cairo.

10.09 – Intanto, spiegano sempre sulla BBC, all’aeroporto internazionale del Cairo le autorità confiscano l’equipaggiamento dei giornalisti che arrivano dall’estero.

10.08 – Secondo la BBC, in piazza Tahrir al Cairo ci sono 30mila persone, per ora.

9.57 – Molte strade sono state bloccate dai mezzi blindati dell’esercito, cosa che secondo alcune organizzazioni umanitarie sembra essere in contrasto con l’annuncio dei vertici militari, che avevano detto di non voler interferire con le manifestazioni.

9.55 – Il numero di manifestanti al Cairo in piazza Tahrir sta aumentando ancora, ma si è per ora lontani dal milione. È ancora presto, però, e altri cortei stanno confluendo nella piazza.

9.40 – Samir Radwan è da qualche giorno il nuovo ministro dell’economia in Egitto e alla BBC spiega oggi che la situazione nel paese «è molto grave, ma ancora gestibile». Radwan dice di avere già un piano pronto per affrontare alcuni dei problemi più critici come l’alto livello di disoccupazione, la povertà e la corruzione.

9.33 – Ci sono timori per possibili scontri tra i cortei dei sostenitori di Mubarak e dei manifestanti contro il governo. I sostenitori dell’NDP, il partito del presidente, hanno organizzato una manifestazione per oggi a Ismailia.


9.31 – Al Arabiya dice che anche la strada principale che mette in comunicazione il Cairo con Suez è stata chiusa.

9.29 – L’organizzazione umanitaria Human Rights Watch conferma che le strade e i servizi ferroviari verso il Cairo e verso Alessandria sono stati bloccati per impedire ai manifestanti di partecipare ai cortei previsti per oggi.

9.18 – BBC ha pubblicato la traduzione dell’ultimo comunicato dell’esercito, che conferma di non voler reprimere le proteste di questi giorni.

1. La pacifica libertà di espressione è garantita a tutti.
2. Nessuno deve mettere in pericolo la sicurezza del paese o compiere atti vandalici contro proprietà pubbliche e private.
3. Non è accettabile che alcuni criminali abbiano terrorizzato i cittadini. Le Forze Armate non lo consentiranno. Non permetteranno di compromettere la sicurezza nel paese.
4. Non mettete in pericolo i beni e le risorse della popolazione. Opponetevi a qualsiasi forma di vandalismo contro le proprietà pubbliche e private.
5. Le Forze Armate riconoscono le richieste legittime dei cittadini perbene.
6. La presenza delle Forze Armate per le strade del paese è per la vostra sicurezza. Le Forze Armate non hanno fatto ricorso alla forza e non faranno ricorso alla forza contro questo grande popolo.

9.03 – In piazza Tahrir il numero di manifestanti continua ad aumentare, ma non ancora con l’intensità auspicata dagli organizzatori, spiega Al Jazeera. In Egitto sono le 10 del mattino, nei giorni scorsi i cortei si sono in genere formati nella tarda mattinata.

8.54 – Cinquanta organizzazioni non governative hanno sottoscritto un appello per richiedere a Mubarak di dimettersi.

8.51 – Il britannico The Independent ha un’intervista in esclusiva con El Baradei, il premio Nobel per la pace da tempo critico nei confronti del regime di Mubarak: «È un dato di fatto che una pace duratura può esserci solamente tra democrazie e non tra dittatori. […] Penso che alla fine l’esercito egiziano sarà col popolo. Si tratta di buonsenso quando vedi un paio di milioni di persone per strada che rappresentano 85 milioni di egiziani che odiano Mubarak, che vogliono vederlo andar via. L’esercito è parte del popolo. E a fine giornata, quando si leva l’uniforme, ogni soldato deve affrontare gli stessi problemi, la stessa repressione, la stessa impossibilità di avere una vita dignitosa. Quindi non credo che spareranno contro i loro concittadini. Perché mai dovrebbero sparare contro la popolazione? Per proteggere che cosa?»

8.47 – Mashable ha pubblicato i risultati di una ricerca realizzata dagli analisti di Sysomos sull’utilizzo di Twitter e degli altri social network nel corso della rivolta in Egitto. La Rete è ancora bloccata in buona parte del paese, ma su scala globale i messaggi degli utenti sulla crisi e le manifestazioni sono lievitati, superando gli 1,3 milioni in meno di una settimana su Twitter, per esempio.

8.24 – Anche ad Alessandria i manifestanti si preparano per un nuovo corteo, che dovrebbe passare per le vie principali della città nelle stesse ore della marcia di protesta al Cairo.

8.23 – Da domenica le banche in Egitto sono chiuse e non è stata ancora decisa la loro riapertura, cosa che lascia molta incertezza sui mercati finanziari.

8.16 – La scelta dell’esercito di non interferire con le manifestazioni di questi giorni è la conferma del mancato sostegno dei militari al presidente Hosni Mubarak. Secondo Jon Leyne, inviato per BBC al Cairo, Mubarak potrebbe decidere di lasciare già nelle prossime ore, mentre il nuovo vicepresidente Sulayman ha avviato il dialogo con le opposizioni.


8.12 – BBC raccoglie la testimonianza di Amr Gharbeia, un entusiasta manifestante che ha passato la notte in piazza Tahrir al Cairo: «In piazza sono comparse diverse tende, le persone si divertono. […] È più o meno come essere a Woodstock».

8.03 – Internet rimane ancora inaccessibile in buona parte dell’Egitto. Google ha messo a disposizione un servizio per inviare messaggi vocali col proprio cellulare che vengono poi pubblicati su Twitter. Chi conosce l’arabo può contribuire traducendo i messaggi qui.

7.55 – Uno degli inviati di Al Jazeera da piazza Tahrir conferma che il numero di manifestanti sta aumentando. Alcuni hanno passato la notte in piazza e sono pronti per la marcia.

7.43 – Gli articoli del Post sulla rivolta in Egitto.

7.40 – Al Jazeera segnala che lungo il percorso della manifestazione sono stati collocati numerosi mezzi blindati dell’esercito. I militari garantiranno la sicurezza del corteo e, come confermato dai vertici dell’esercito ieri sera, non si opporranno alla marcia dei manifestanti.

7.31 – BBC ha aggiornato la sua mappa che illustra i principali luoghi della protesta. Qui sotto il particolare del Cairo: la marcia di protesta dovrebbe partire da piazza Tahrir e muoversi verso nord seguendo il percorso del Nilo verso la sede della TV di stato.

Aggiornamento delle 7.24
In piazza Tahrir, al Cairo, ci sono già alcune centinaia di manifestanti. Entro le prossime ore la piazza si dovrebbe riempire di egiziani pronti per marciare verso il palazzo presidenziale.

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Due grandi manifestazioni si svolgeranno oggi al Cairo e ad Alessandria, convocate con l’ambizione di radunare “un milione di persone”. Ieri sera è arrivata notizia della seconda concessione – dopo le dimissioni del governo – da parte del regime di Mubarak, col nuovo vicepresidente Suleyman che si è detto pronto al dialogo con le opposizioni. Intanto, altro grande segno delle difficoltà di Mubarak: l’esercito ha annunciato che non userà la forza contro i manifestanti. La rivolta è ormai al suo ottavo giorno, e gli scontri conseguenti hanno causato almeno 125 morti.

Internet è ancora inaccessibile in molte parti dell’Egitto: ieri sera Google ha annunciato la creazione di un numero telefonico che permette agli egiziani di mandare messaggi su Twitter attraverso messaggi vocali. La manifestazione si dovrebbe muovere alle 8 del mattino da Tahir Square diretta verso il palazzo presidenziale dopo essere passata vicino alla sede della TV di stato. Al Jazeera, il network televisivo che è stato protagonista dell’informazione di questi giorni dall’Egitto, ha attivato uno streaming in diretta su YouTube, dopo che quello sul suo sito era risultato spesso inaccessibile. Una “marcia virtuale” è stata anche attivata su Facebook.