«Non siamo fessi, e nemmeno arroganti»

La lunga intervista del direttore di Repubblica a Sergio Marchionne, che si autocritica solo sulla comunicazione

Ezio Mauro ha fatto una lunga intervista all’amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne, pubblicata su Repubblica di oggi.

Dottor Marchionne, lei ha vinto il referendum, ma mezza fabbrica le ha votato contro. Eppure era in ballo il lavoro, il posto, il destino di Mirafiori. Si aspettava questo risultato?”Io so che il progetto della Fiat è passato, perché ha convinto la maggioranza. Questo è ciò che conta. Per il resto, chi è stato qui con me fino alle tre e mezza di notte, venerdì, sa che non ho mai dato il risultato per scontato. Anzi, le confido una cosa. Quando me ne sono andato a casa per provare a dormire (poi sono stato sveglio fino alle sei e mezza del mattino) ho lasciato sul tavolo due comunicati. Uno se prevaleva il sì. L’altro se vinceva il no”.

E davvero in caso di sconfitta la Fiat sarebbe andata via da Mirafiori?
“Non c’è alcun dubbio. E non certo per una ridicola rivincita. Semplicemente, non avremmo avuto altra scelta”.

Ma si possono mettere i lucchetti ad una fabbrica per una sconfitta sindacale, e non per una legge di mercato?

“Ma lei sa quanta legge di mercato ci sarebbe stata dietro quella scelta? Di cosa stiamo parlando? Non è un problema di lucchetti e tantomeno di muscoli. Cosa dovevo fare? Avrei detto venga qui chi vuole, chi è più bravo di me, usi questi spazi per far meglio. Ma io certo non mi sarei seduto a rinegoziare con il sindacato”.

E perché no, se magari si intravedeva la strada di un accordo?
“Perché questo contratto c’è già a Pomigliano, e io non posso avere due sistemi diversi per la stessa azienda e lo stesso lavoro”.

E adesso che invece ha vinto, non le viene in mente di sedersi a un tavolo e allargare il consenso, recuperando quella metà di fabbrica che non ci sta, come le chiedono in molti?
“Più che altro, io non capisco. Non sono un ingenuo, ma sinceramente non capisco. E’ la logica del retrade, del negoziato continuo per il negoziato, non per arrivare a un risultato. Sono allibito. Mi dispiace, ma sabato mattina alle sei le urne hanno detto che il sì ha avuto la maggioranza. Il discorso è chiuso, anche se dentro quella maggioranza molti cercano il pelo nell’uovo”.

E’ più di un pelo, e lei lo sa bene. Senza gli impiegati il sì sarebbe passato con uno scarto di appena 9 voti. Cosa vuol dire questo?
“Niente. Possiamo esercitarci all’infinito, togliere i lavoratori alti, quelli bassi, quelli coi baffi. Conta il saldo, cioè il risultato, nient’altro”.

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