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  • Lunedì 17 gennaio 2011

Lo sport bar incontra il gay bar

Negli Stati Uniti i bar sportivi scoprono la clientela omosessuale, evitando gli stereotipi

Da quando a Washington nel 2007 il primo bar sportivo (di quelli dove si va a vedere le partite in tv) per una clientela gay ha avuto un successo inaspettato, il mercato si è ampliato, soprattutto nei grandi centri urbani. Secondo Bloomberg aprire un locale del genere è un affare, dato l’alto potere d’acquisto della clientela omosessuale, stimato in 743 miliardi di dollari. Lo dimostra anche il caso di Boxers a New York, diventato in breve un punto di riferimento. I bar cercano di evitare i tradizionali stereotipi legati ai locali gay: il personale viene istruito a non avere atteggiamenti altezzosi tipici dei bar più sofisticati, e il karaoke è bandito.