Khodorkovsky di nuovo colpevole

L'ex magnate russo rischia di rimanere in carcere fino al 2017, per motivi soprattutto politici

L’ex magnate russo Mikhail Khodorkovsky è stato di nuovo ritenuto colpevole da un giudice, e ora rischia di dover rimanere in carcere fino al 2017. Insieme al suo ex socio Platon Lebedev, è accusato di riciclaggio di denaro sporco e di aver rubato petrolio alla sua stessa compagnia, capi diversi da quelli per cui era stato condannato la prima volta, sei anni fa, quando finì in carcere per frode fiscale. Da anni Khodorkovsky si dichiara prigioniero politico, e sono molti gli organi internazionali che hanno chiesto la sua liberazione. Un cable ottenuto da Wikileaks e pubblicato oggi dal Guardian illustra l’opinione degli Stati Uniti sul Cremlino, “un sistema cinico in cui gli avversari politici vengono eliminati con impunità”.

Nel 2003 Mikhail Khodorkovsky, al tempo proprietario del colosso petrolifero Yukos, era il cittadino più ricco di Russia. Venne poi arrestato per frode ed evasione fiscale, ma i motivi della sua detenzione erano e sono prevalentemente politici ed economici: il potere di Khodorkovsky e le sue ambizioni di “discesa in campo” impensierivano Vladimir Putin. Il magnate venne condannato a otto anni di lavori forzati in Siberia, e ora — a pochi mesi dall’estinzione della pena — è stato condannato una seconda volta. A novembre, durante il processo, Khodorkovsky aveva pronunciato un discorso particolarmente ispirato sulla sua condizione e quella della situazione russa.

Proprio oggi, in occasione della sentenza sul suo secondo processo, il Guardian ha pubblicato i rapporti dell’ambasciata americana in Russia sul processo Khodorkovsky, particolarmente duri nei confronti del sistema russo. Le autorità degli Stati Uniti avevano già criticato pubblicamente la Russia sull’argomento, ma il rapporto dell’ambasciata ci va particolarmente pesante.

“È paradossale che i giudici seguano meticolosamente le procedure legali in un caso che ha chiare motivazioni politiche. Mostra gli sforzi del governo russo di salvare la propria faccia, appliccando un rossetto superficiale di legalità a un sistema politico in cui i nemici politici vengono eliminati con l’impunità.”

Il cable è in linea con quelli pubblicati in precedenza da Wikileaks, che definivano la Russia uno “stato mafioso“.

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