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  • Sabato 25 dicembre 2010

L’Africa minaccia Gbagbo

Il presidente uscente in Costa d'Avorio non vuole lasciare l'incarico dopo la sconfitta elettorale

La Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (in inglese, ECOWAS) ha intimato a Laurent Gbagbo, il presidente uscente della Costa d’Avorio, di lasciare l’incarico o prepararsi a essere deposto da un “uso legittimo della forza”. L’annuncio è arrivato al termine dell’incontro tra i rappresentanti dei quindici paesi che compongono il gruppo.

Quasi un mese fa il presidente in carica Laurent Gbagbo ha negato l’esito delle elezioni, che hanno indicato il suo avversario Alassane Ouattara come vincitore, e da allora si rifiuta di lasciare il palazzo presidenziale, difeso da parte dell’esercito ivoriano. Al momento la Costa d’Avorio ha quindi due presidenti, e la divisione ha portato a diversi scontri violenti nel paese. Ouattara è sostenuto dall’ONU e dai ribelli del nord del paese.

La Banca Mondiale ha congelato i finanziamenti alla Costa d’Avorio in seguito alla crisi in cui è caduto il paese, che rischia di sfociare in una nuova guerra civile. Fino a questo momento gli scontri tra fazioni hanno provocato la morte violenta di duecento persone, stando alle stime fornite dall’ONU, nonché gli arresti di 471 persone. Il presidente eletto, Ouattara, ha chiesto ufficialmente alla Corte penale internazionale di aprire un’inchiesta sulle violenze seguite al voto e inviare in Costa d’Avorio una delegazione che tenga sotto controllo la situazione.

Gli abitanti delle zone e dei quartieri favorevoli a Ouattara hanno raccontato dell’arrivo di uomini mascherati dentro le case a rapire persone. Il che conferma quanto denunciato dall’ONU pochi giorni fa, cioè la presenza di truppe a volto coperto sostenitrici di Gbagbo che bloccano l’accesso a un sito che le Nazioni Unite temono essere una fossa comune. Sebbene Ouattara abbia il sostegno compatto della comunità internazionale, infatti, Gbagbo è ancora al comando dell’esercito e dei media dello stato. Fino a questo momento Gbagbo non ha accusato alcuna debolezza e d’altra parte la Corte Costituzionale – guidata da uno dei suoi alleati – ha già annullato centinaia di migliaia di voti provenienti da collegi elettorali che avevano preferito Ouattara.

Ban Ki-moon, il segretario generale delle Nazioni Unite, ha promesso che i responsabili delle morti di questi giorni verranno puniti. L’avvertimento di Ki-moon è arrivato poco dopo quello, ancora più deciso, del presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha fissato come ultimatum per Gbagbo la fine di questa settimana.

«Gbagbo non ha altre opzioni che abbandonare in fretta il ruolo che sta usurpando. Laurent Gbagbo e sua moglie hanno il proprio destino nelle mani. Se Laurent Gbagbo entro la settimana non lascerà il ruolo che mantiene in violazione delle volontà degli ivoriani, il suo nome verrà inserito nella lista delle sanzioni».

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