Ultimatum a Gbagbo
Si è autoproclamato presidente della Costa d'Avorio, ONU e Sarkozy gli chiedono di dimettersi «entro il weekend»
Aumentano le pressioni internazionali sul presidente uscente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo, che alle elezioni di fine novembre si è autoproclamato vincitore nonostante la commissione elettorale abbia decretato ufficialmente la vittoria di Alassane Outtara, il suo avversario. La Costa d’Avorio al momento ha due presidenti, e i sostenitori dei due si stanno scontrando violentemente da giorni. Il numero di morti non è accertato, ma dovrebbe superare la decina.
L’ONU ha riconosciuto la vittoria di Outtara e ora, insieme alle forze ribelli del nord che lo sostengono, protegge il palazzo in cui si trova. Ban Ki-moon, il segretario generale delle Nazioni Unite, ha definito «del tutto inaccettabile» qualsiasi ostruzionismo al lavoro dell’organizzazione, e ha promesso che i responsabili delle morti di questi giorni verranno puniti. L’avvertimento di Ki-moon è arrivato poco dopo quello, ancora più deciso, del presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha fissato come ultimatum per Gbagbo la fine di questa settimana.
«Gbagbo non ha altre opzioni che abbandonare in fretta il ruolo che sta usurpando. Laurent Gbagbo e sua moglie hanno il proprio destino nelle mani. Se Laurent Gbagbo entro la settimana non lascerà il ruolo che mantiene in violazione delle volontà degli ivoriani, il suo nome verrà inserito nella lista delle sanzioni».
Sarkozy ha retoricamente poi chiesto a Gbagbo quale sia l’immagine che vuole lasciare alla storia, se quella di un uomo di pace, o quella di qualcuno che ha permesso la morte di innocenti. In caso Gbagbo non prenda decisiomni alla svelta, Sarkozy ha lasciato intendere che potrebbe venire processato alla Corte Penale Internazionale. Esponenti di spicco dell’Unione Africana hanno intanto incontrato Gbagbo tentando di mediare con lui, con scarsi risultati.
Le elezioni di fine novembre dovevano essere l’occasione per riunire il paese e favorire la pacificazione dei territori, ma l’esito incerto del voto ha fatto nascere nuove tensioni tra le due fazioni che si sono confrontate. In un primo momento la vittoria era stata attribuita a Alassane Ouattara, ma dopo pochi giorni il presidente uscente Lauren Gbagbo ha contestato il voto e ha ottenuto dalla Corte Costituzionale un verdetto che di fatto ha sovvertito l’esito delle elezioni, attribuendogli un nuovo mandato.
Il 4 dicembre il presidente ha prestato giuramento per il suo nuovo mandato, scatenando le proteste degli oppositori guidati da Ouattara. Che ha a sua volta indetto una cerimonia per celebrare il proprio giuramento e ha messo in piedi una propria amministrazione. Il governo di Outtara al momento ha sede in un hotel della capitale ed è protetto dai soldati ONU.