Wikileaks: il governo cinese attaccò Google

Pubblicati i rapporti che accusano il governo cinese del tentativo di hackeraggio dello scorso gennaio

Dopo le prime indiscrezioni della settimana scorsa, sono stati pubblicati dal Guardian i rapporti riservati dell’ambasciata statunitense a Pechino ottenuti da Wikileaks, che accusano il governo cinese di aver ordinato l’attacco hacker subito da Google lo scorso gennaio.

Uno dei rapporti pubblicati afferma che la decisione sarebbe stata presa da un membro di spicco del Politburo, che avrebbe cercato il proprio nome nel motore di ricerca trovando delle critiche come risultati. Questo il testo del riassunto in testa al rapporto riservato inviato dall’ambasciata di Pechino al dipartimento di stato dal diplomatico Robert Goldberg, reso pubblico ieri.

Un contatto affidabile afferma che il governo cinese ha coordinato le recenti intrusioni nei sistemi di Google. Secondo il nostro contatto, le operazioni sarebbero state dirette da alti livelli del Politburo.

La fonte continua dicendo di essere convinta al “cento per cento” della natura politica della decisione. Non è invece chiaro, si legge nel rapporto, se i maggiori leader cinesi, il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao, fossero coinvolti o a conoscenza dell’attacco. L’attacco a Google di gennaio spinse i vertici della società informatica ad “abbandonare un mercato potenziale di 400 milioni di utenti” spostando le proprie operazioni a Hong Kong, dove le venne permesso di tenere online il motore di ricerca, sia in inglese sia in cinese. Nei documenti si legge che Google e gli Stati Uniti sospettarono immediatamente che dietro il tentativo di hackeraggio ci fosse il governo cinese, ma nessuno dei due lo dichiarò.

Tra gli obiettivi mirati dell’attacco ci furono gli account Gmail di diversi attivisti per i diritti umani cinesi. Altri documenti mostrano una Cina “estremamente preoccupata” per il servizio di mappatura satellitare Google Earth. Prima dell’attacco, la situazione si fece tesa a causa di un link a Google.com su Google.cn (Google Cina, la versione in cinese e censuarata del motore di ricerca), dove i cittadini potevano raggiungere informazioni dal quale solitamente sono tenuti all’oscuro, come le situazioni in Tibet e Taiwan e i fatti di piazza Tiananmen.

La Cina nei documenti di Wikileaks
– Puntate precedenti: tutti gli articoli del Post su Wikileaks