La Gran Bretagna vuole cambiare la polizia

Una riforma mira a sostituire le autorità locali con commissari eletti direttamente dal popolo

Riot police form a line on Whitehall during a demonstration by students against education cuts in London, on November 30, 2010. More than 1,000 students took to the streets of London Tuesday in the third day of protest this month against government plans to triple university tuition fees. AFP PHOTO/BEN STANSALL (Photo credit should read BEN STANSALL/AFP/Getty Images)
Riot police form a line on Whitehall during a demonstration by students against education cuts in London, on November 30, 2010. More than 1,000 students took to the streets of London Tuesday in the third day of protest this month against government plans to triple university tuition fees. AFP PHOTO/BEN STANSALL (Photo credit should read BEN STANSALL/AFP/Getty Images)

Oggi il governo britannico guidato da David Cameron presenterà il più radicale piano di riforma della polizia della Gran Bretagna degli ultimi cinquant’anni. La riforma, elaborata dal ministro degli interni Theresa May, prevede che i budget della polizia locale siano gestiti da commissari eletti dal popolo così da “restituire potere alle gente”, scrive l’Independent.

I commissari, oltre ad avere il controllo del budget della polizia, saranno i responsabili riguardo le assunzioni e i licenziamenti dei capo gendarmi e avranno il compito di elaborare i piani strategici per la collocazione e l’utilizzo degli agenti e delle risorse. In generale, le comunità locali godranno di maggiore flessibilità nella ricerca e nell’elaborazione delle risposte alle proprie esigenze. Se la riforma sarà approvata nei tempi previsti dal governo, le prime elezioni dei commissari si terranno nel maggio del 2012. L’attuale agenzia britannica per il crimine, la Serious Organised Crime Agency (SOCA), lanciata dal Labour nel 2006, sarà sostituita da una nuova Agenzia Nazionale per il Crimine. Altre modifiche legislative introdurranno pene più severe per chi serve alcolici ai minorenni e per chi viene sorpreso a guidare in stato di ebbrezza.

L’Associazione delle autorità di polizia, che sarà rimpiazzata dai nuovi commissari, ha chiesto l’elaborazione “con la massima urgenza” di una valutazione del rischio a fronte di una simile riforma. Il suo presidente, Rob Garnham, ha detto che “bisogna vedere quanto sostegno ottiene questa proposta: noi abbiamo paura che ne ottenga molto poco ma il governo decida di andare avanti comunque”.

Per evitare problemi ed equivoci, la riforma prevede che prima di candidarsi all’incarico di commissario, un funzionario di polizia debba passare un periodo di quattro anni di “raffreddamento”, per evitare conflitti di interesse e per evitare che i propri incarichi operativi possano essere utilizzati per garantirsi consenso ai fini dell’elezione. In ogni caso, non ci sono restrizioni: chiunque può candidarsi al ruolo di commissario.

Il laburista Vernon Coaker, il ministro ombra per la sicurezza e la polizia, ha detto che “un solo capo della poizia, per quanto eletto dal popolo, non può essere responsabile di aree geografiche così grandi, e quindi questa riforma rischia di non fare molto per responsabilizzare le forze di polizia, rischiando invece di politicizzarle e aumentare i costi. Il governo farebbe bene a ripensarci”. Il ministro per la polizia, Nick Herbert, è convinto invece che i nuovi commissari “rimpiazzeranno delle autorità deboli e invisibili” e aiuteranno le persone “ad avere voce in capitolo nel modo in cui la comunità organizzata, rendendo davvero i poliziotti responsabili delle loro azioni”.

(BEN STANSALL/AFP/Getty Images)