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  • Mercoledì 20 ottobre 2010

La Guinea Conakry al ballottaggio

Aumenta la tensione a pochi giorni dal voto, altre due persone sono morte negli scontri con la polizia

Continuano gli scontri in Guinea Conakry con l’avvicinarsi del ballottaggio di domenica prossima. Alle elezioni presidenziali dello scorso 27 giugno – le prime elezioni democratiche da quando il paese ha conquistato l’indipendenza dalla Francia nel 1958 – nessun candidato aveva superato il 50 percento dei voti. Un primo ballottaggio era già stato annunciato per il 18 luglio e poi posticipato a causa delle proteste seguite alla denuncia di presunte irregolarità nel voto da parte di vari candidati.

I due candidati passati al ballottaggio sono l’ex primo ministro Cellou Dalein Diallo e lo storico leader dell’opposizione Alpha Conte. Entrambi hanno da subito denunciato presunte irregolarità nel voto di giugno e i loro sostenitori si sono spesso scontrati in strada durante manifestazioni di protesta. Negli ultimi giorni i sostenitori di Diallo hanno ripreso a manifestare chiedendo la rimozione di Lounency Camara dalla presidenza della commissione elettorale. Camara aveva a sua volta sostituito l’ex presidente della commissione Ben Sekou Sylla, arrestato e condannato a un anno di prigione lo scorso settembre per il suo coinvolgimento nei brogli durante il primo turno delle elezioni e poi morto per l’improvviso aggravarsi della sua malattia.

Diallo accusa Camara di avere manipolato i risultati elettorali di giugno in favore del suo avversario Conte. Per il momento Camara è rimasto all’interno della commissione in qualità di vicepresidente, ma per domani è attesa la decisione del tribunale di Conakry che potrebbe condannarlo con l’accusa di brogli. Nel frattempo, per favorire il corretto svolgimento del voto di domenica, il capo della giunta militare Sekouba Konate ha rimosso Camara dall’incarico di presidente della commissione e ha nominato al suo posto il generale Siaka Toumany Sangare, rappresentante della Organizzazione Internazionale Francofonia (OIF), di cui fanno parte tutti gli stati africani francofoni a eccezione dell’Algeria.

Entrambi i candidati al ballottaggio si accusano a vicenda di fomentare la violenza, anche se in realtà le tensioni tra le due parti hanno radici che vengono da molto più lontano. Diallo e Conte non sono solo rappresentanti di due partiti politici diversi, ma anche dei due più grandi gruppi etnici del paese: i Fula e i Mandinka. La paura è quella che le tensioni elettorali possano far riesplodere il conflitto tra le due etnie. Negli ultimi giorni due sostenitori di Diallo sono morti negli scontri con la polizia, ventinove sono rimasti feriti.