La grana del grano

Siccità e incendi hanno compromesso i raccolti, così il paese corre ai ripari tenendo per sé i cereali

Il primo ministro russo Vladimir Putin ha confermato la decisione di bloccare le esportazioni di grano fino alla fine dell’anno. La Russia sta affrontando un periodo di forte siccità, che ha anche portato a incendi molto estesi nella parte occidentale del paese e che sta compromettendo la produzione nazionale di cereali. L’annuncio di Putin ha fatto aumentare repentinamente il prezzo del grano, che ha così raggiunto il più alto picco registrato negli ultimi due anni. Secondo gli analisti, l’impennata dovrebbe essere comunque temporanea, perché gli abbondanti raccolti del 2008 e del 2009 hanno portato a un surplus di grano a livello globale.

«Abbiamo la necessità di prevenire un aumento dei prezzi degli alimentari, dobbiamo preservare gli allevamenti e creare le riserve per il prossimo anno» ha spiegato Putin nel corso di una riunione di governo. Secondo l’Unione dei coltivatori di grano della Russia, a causa della siccità e degli incendi, quest’anno la quantità di grano raccolta sarà inferiore del 15% rispetto al 2009.

La scelta di bloccare le esportazioni non è stata accolta positivamente dai coltivatori che solitamente provvedono al grano da vendere all’estero. Il timore è che le autorità russe paghino meno i raccolti, da utilizzare come sostegno nelle regioni maggiormente colpite dagli incendi, di quanto avrebbero pagato i compratori esteri. Il governo ha comunque promesso circa 335 milioni di dollari di aiuti per i coltivatori che hanno perso i raccolti a causa della siccità. La Russia cercherà di coinvolgere nell’operazione alcuni altri stati come il Kazakistan e la Bielorussia, ai quali chiederà di bloccare le esportazioni per preservare i prezzi interni ed evitare aumenti.

In un mese, segnala Il Sole 24 Ore, i prezzi internazionali del grano sono aumentati del 50%, cosa che non accadeva da quasi quarant’anni. Nel timore di vedere salire ancora i prezzi, alcuni importatori potrebbero decidere di correre ai ripari aumentando le scorte di grano. Secondo gli operatori, così facendo vi sarebbe il rischio di scatenare una corsa agli acquisti che potrebbe incidere ulteriormente sugli aumenti della materia prima. La presenza di livelli elevati di scorte su scala globale dovrebbe comunque attenuare il fenomeno, con ripercussioni minime su prodotti finiti come pasta e pane.

Nel 2009 l’Italia ha importato 43,3 milioni di quintali di grano tenero: 32,2 milioni dall’Unione europea e il resto da paesi non appartenenti all’UE. La quantità di grano importata dalla Russia è stata pari al 3,7% lo scorso anno, ma nel 2010 dovrebbe essere superiore stando alle stime di Coldiretti che parla di importazioni triplicate. Le farine di grano tenero nel nostro paese sono aumentate di 30 euro alla tonnellata, mentre quelle di semola di grano duro sono aumentate di 20 euro a tonnellata.

Gli incendi nella Russia occidentale sono stati causati principalmente dalle temperature estive sopra la media e dal clima secco. I grandi incendi ancora attivi sono circa 600 e occupano complessivamente quasi 200mila ettari di campi e boschi.