Mentre la BP e il governo statunitense discutono se sia necessario o meno riaprire le valvole di sfogo della nuova cupola, e quindi non si sa ancora se la sciagura petrolifera del Golfo del Messico possa dichiararsi conclusa o meno, nel mondo sono diversi i disastri ambientali attualmente in corso, qualcuno da decenni, di cui si parla e scrive poco o nulla. Foreign Policy ne elenca cinque.
Nigeria
Perdita di petrolio, in corso dal 1966
Ne avevamo già scritto. Tutti i riflettori dei media sono puntati sul Golfo del Messico e quasi nessuno racconta della perdita di petrolio nel delta del Niger, che va avanti da quasi cinquant’anni e fa impallidire in gravità il disastro della BP. I dati, poco precisi a causa delle scarse rilevazioni effettuate, parlano di 2000 diverse perdite e 546 milioni di galloni di petrolio dispersi dall’inizio del progetto, equivalenti a un disastro Exxon Valdez — era la perdita di petrolio più gravi nella storia degli Stati Uniti prima del 2010 — ogni anno.
Le compagnie petrolifere, Shell in primis, incolpano ladri e sabotatori. Le associazioni ambientaliste rispondono accusando le stesse compagnie, secondo loro colpevoli di lavorare a bassissimi livelli di sicurezza. E il problema non è solo ambientale: solo nel 2008, scrive Al Jazeera, sono morti più di cento lavoratori a causa delle esplosioni degli oleodotti.
Cina
Incendi nelle miniere di carbone, in corso dal 1962
La Cina è la prima nazione al mondo in quanto a emissioni di gas serra. Buona parte della sua crescita economica è dovuta al carbone, che garantisce per il 70% dell’energia nazionale. Gli effetti collaterali sono principalmente due: le morti dei minatori, circa 13 al giorno, e gli incendi nelle miniere di carbone.
La Mongolia Interna è la regione più colpita dagli incendi. In questa area quasi completamente deserta e larga 5000 chilometri negli ultimi cinquant’anni ci sono stati 62 grossi incendi, che hanno distrutto circa 20 milioni di tonnellate di carbone ogni anno — più di tutta la produzione annuale della Germania. Secondo le stime, questi incendi da soli contribuirebbero al 2/3 per cento dell’emissione di carbonio mondiale. E si tratta solo di una parte, per quanto ingente, degli incendi che avvengono in Cina.
L’amministrazione della Mongolia Interna, a statuto indipendente, ha in programma di dimezzare gli incendi entro il 2012.