Ma quindi, cos’è successo sulla Mavi Marmara?

Il Wall Street Journal prova a fare un po' di ordine fra la versione degli attivisti e quella di Israele

A tre giorni dal casino, Il Wall Street Journal tenta di mettere un po’ d’ordine nella vicenda dell’assalto israeliano alla Freedom Flotilla e ricostruire l’evolversi dei fatti esaminando le varie versioni sul tavolo: quella di chi era a bordo della nave e quella dell’esercito israeliano. Intanto abbiamo finalmente i nomi di tutte e nove le persone uccise: alcuni di questi erano circolati negli ultimi giorni, in ragione delle dichiarazioni dei loro parenti, secondo cui in tre avevano desiderato “morire da martiri” (si sono moltiplicate anche le dichiarazioni degli altri passeggeri che volevano morire da martiri). Otto delle vittime erano di nazionalità turca: si chiamavano Ibrahim Bilgen, Ali Haydar Bengi, Cevdet Kiliçlar, Çetin Topçuoglu, Necdet Yildirim, Fahri Yaldiz, Cengiz Songür, Cengiz Akyüz. La nona vittima, Furkan Dogan, aveva origini turche ma nazionalità statunitense.

L’esercito israeliano sostiene che su cinque delle sei navi, l’abbordaggio è avvenuto pacificamente e senza violenze. Solo sulla Mavi Marmara le cose sono andate storte. Israele dice che le indagini sono ancora in corso, e quindi si è rifiutata di commentare l’articolo del Wall Street Journal. Veniamo alla ricostruzione.

Hanin Zoabi era una dei passeggeri della Mavi Marmara. Ha detto di aver visto delle luci in lontananza la notte tra domenica e lunedì, poco dopo mezzanotte. Le luci provenivano dalle motovedette della marina israeliana ed erano lontanissime: poco più che delle macchie all’orizzonte. Per quattro ore circa, le luci sembravano non essersi mosse. Alle 4.10 del mattino, però, un gruppo di navi – alcune più grandi, altre più piccole – aveva circondato la Mavi Marmara. Si tratta dello stesso orario stato fornito dal portavoce dell’esercito israeliano, e la coincidenza ci dice che possiamo prenderlo per buono. Qui però le versioni iniziano a divergere.

Il governo israeliano sostiene che gli attivisti sulla Marmara hanno gettato bombe molotov sulle navi israeliane che tentavano l’abbordaggio. Gli attivisti dicono invece di aver visto degli spari provenire dalle navi israeliane. Ieri la marina israeliana è entrata in possesso delle registrazioni effettuate dalle telecamere di sicurezza a bordo della Mavi Marmara. In uno dei video diffusi si vedono alcuni uomini prepararsi allo sbarco dei soldati israeliani: uno indossa una maschera antigas, altri prendono sbarre di ferro, bottiglie rotte e fionde.

Un altro video, apparentemente girato dagli stessi attivisti, mostra i passeggeri della nave gettare granate da stordimento e dirigere forti getti d’acqua sulle imbarcazioni israeliane.

Abdul Razzaq Maqri è un ex parlamentare algerino e si trovava a bordo della nave. Dice che a quel punto ha visto degli elicotteri sorvolare la Mavi Marmara: ne sono venute giù delle funi, e dalle funi dei soldati israeliani. L’esercito israeliano ha detto che i soldati avevano con sé delle armi cariche con proiettili di vernice e che non si aspettavano una reazione violenta. Sulle altre navi, in effetti, lo sbarco degli israeliani è andato liscio. Aris Papadokostopoulos, un greco che si trovava su un’altra nave, ha detto che non c’è stata alcuna battaglia: alcuni attivisti hanno cercato di frapporsi tra i soldati e il ponte di comando, ma sono stati storditi con dei taser.

Maqri ha detto che a un certo punto, durante lo sbarco dei soldati, ha sentito un colpo di arma da fuoco. Non sa da dove, non sa da chi, ma dice di aver visto un attivista algerino sanguinare – e dice che in quel momento sul ponte si sono diffusi panico e agitazione. Ha detto che gli attivisti non erano armati, ma che hanno tirato giù i soldati dalle funi e li hanno circondati una volta sul ponte. Un video diffuso dall’esercito israeliano sembra confermarlo, e mostra anche un gruppo di attivisti aggredire i soldati israeliani e picchiarli con spranghe e sedie. A un certo punto un soldato israeliano viene letteralmente buttato giù dal ponte. Un altro passeggero della Mavi Marmara – l’attivista tedesco Norman Peach – ha detto ai giornalisti che un gruppo di attivisti era armato di bastoni. Intanto i soldati israeliani continuavano a scendere giù dagli elicotteri: i testimoni hanno detto di averne visti un centinaio.

L’esercito israeliano ha detto che a un certo punto un attivista avrebbe strappato un’arma dalle mani di un soldato, puntandogliela contro: a quel punto i soldati avrebbero sparato, uccidendo nove persone. Maqri dice invece che i soldati hanno iniziato a sparare apparentemente senza alcuna ragione (o meglio: senza alcuna ragione in più di quanto mostrato nei video). Farooq Burney, un altro passeggero della Mavi Marmara, ha detto che alcuni attivisti avevano sì strappato dalle mani dei soldati le loro armi: ma per scaricarle e gettare le munizioni in mare.

Ci sono versioni divergenti anche sul numero delle vittime. Il conteggio ufficiale dice che le vittime sono state nove, e i loro nomi sono quelli in testa all’articolo, riportati oggi sul Al Jazeera e sulla stampa turca. Mohammed Omar Satlah, un medico siriano che si trovava a bordo della nave, dice di aver contato sedici corpi, e due di questi a un certo punto sarebbero stati gettati a mare. Durante lo scontro sul ponte superiore, la maggior parte dei passeggeri ha cercato ricovero e protezione all’interno della nave. Alle sei del mattino, l’operazione Mavi Marmara era conclusa.