Berlusconi e la decadenza, si comincia

La Giunta delle elezioni del Senato ne discute dalle 15, la maggioranza è favorevole ma la questione sono i tempi: le cose da sapere

La Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato è riunita dalle 15 per discutere il caso della decadenza del seggio parlamentare di Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva a 4 anni per frode fiscale lo scorso primo agosto. Da allora si è dibattuto molto sull’eventuale decadenza di Berlusconi, con continue minacce da parte degli esponenti del Popolo della Libertà sulla tenuta del governo, rassicurazioni di alcuni ministri dello stesso PdL, dichiarazioni del presidente del Consiglio Enrico Letta e molti retroscena sui giornali. Con l’inizio del dibattito in giunta si passa a qualcosa di più concreto, ma i tempi sono ancora da definire.

La giunta si deve occupare di Berlusconi perché la legge Severino, della fine del 2012, prevede che una condanna passata in giudicato sia motivo di incandidabilità e di incompatibilità con l’incarico di parlamentare. Berlusconi dovrebbe quindi smettere di essere senatore e lasciare il posto a qualcun altro, ma sostiene che la legge non sia retroattiva e che per questo non lo riguardi.

A favore della decadenza di Berlusconi ci sono 14 senatori in giunta, mentre i contrari – particolarmente agguerriti – sono 8. Sul Sole 24 Ore, Giovanni Negri ha messo insieme un elenco dei membri della giunta e delle loro posizioni.

Favorevoli alla decadenza ci sono: 8 senatori del Partito Democratico (Stefania Pezzopane, Isabella De Monte, Felice Casson, Giuseppe Cucca, Rosanna Filippin, Doris Lo Moro, Claudio Moscardelli, Giorgio Pagliari), 4 senatori del Movimento 5 Stelle (Maurizio Buccarella, Vito Crimi, Serenella Fucksia, Mario Giarrusso), 1 senatore di Scelta Civica (Benedetto Della Vedova) e 1 senatore di Sinistra Ecologia Libertà (Dario Stefano), che è anche il presidente della giunta.

Contrari alla decadenza di Berlusconi sono: sei senatori del Popolo della Libertà (Giacomo Caliendo, Elisabetta Alberti Casellati, Andrea Augello, Nico D’Ascola, Carlo Giovanardi, Lucio Malan), una senatrice della Lega Nord (Erika Stefani) e 1 senatore di Grandi Autonomie e Libertà (Mario Ferrara).

Enrico Buemi socialista candidato in lista PD, subentrato a Ignazio Marino dopo la sue elezione a sindaco di Roma, ha detto di non avere ancora deciso e che aspetterà di capire meglio la situazione grazie al dibattito in giunta, ma in un’intervista oggi alla Stampa suggerisce di non essere d’accordo per ora con le scelte dei suoi colleghi del PD.

I tempi per la discussione della decadenza di Berlusconi non sono ancora del tutto chiari, perché molto dipenderà dalla strategia che adotteranno i senatori del PdL. La seduta di oggi inizierà con la relazione sul caso da parte di Augello, relatore incaricato: è sul suo testo e sulla sua proposta che la giunta voterà. Poi i membri della giunta discuteranno il calendario. I senatori del PdL potrebbero chiedere una sospensione o comunque una dilatazione dei tempi, e lo stesso relatore probabilmente la proporrà: gli avvocati di Berlusconi alla fine della settimana scorsa hanno presentato un ricorso sulla sentenza in Cassazione alla Corte europea dei diritti dell’uomo, e i senatori potrebbero quindi chiedere che sia atteso il suo pronunciamento prima di proseguire. Secondo Luciano Violante (PD), il ricorso alla Corte europea non è tecnicamente ammissibile perché per essere fondato dovrebbe essere già stata applicata la decadenza. E in molti del centrosinistra e non (anche Della Vedova) hanno insistito in questi giorni sulla contraddizione esposta dal PdL nel giudicare sbagliata e irregolare una legge che loro stessi hanno appoggiato e votato.

Per questi motivi è altamente improbabile che la giunta si esprima già durante la prima seduta sulla decadenza di Berlusconi. Sui tempi potrebbe anche incidere la disponibilità, o meno, dei senatori del PD di concedere più tempo per effettuare ulteriori verifiche e analisi del caso. Ma al momento il percorso più probabile è che la Giunta voti contro alla relazione di Augello se questa dovesse – come sembra realistico – chiedere allungamenti dei tempi che suonino strumentali: in quel caso, bocciata la sua relazione, Augello decadrebbe dal suo ruolo e sarebbe nominato un nuovo relatore, con nuova relazione e nuovo voto. Questa volta, si immagina, favorevole alla decadenza. Salvo grosse sorprese, possono volerci alcune settimane, ma non mesi.