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Il collezionista di televisori

«In Italia le trasmissioni regolari della Rai iniziarono il 3 gennaio 1954, settant’anni fa. Per questo negli spot del festival di Sanremo sono apparsi vecchi televisori. Quando il collezionista vede quello con Amadeus, sorride: “Questo è un Körting, è della fine degli anni ’60”. Nella sua mansarda wunderkammer piena di televisori ordinatamente esposti, mi mostra un Philips del 1952, prodotto a Monza. Era utilizzato già durante le trasmissioni sperimentali e veniva dato in affitto: non pagavi il canone ma per guardare dovevi mettere una monetina in una scatolina, come un jukebox. Periodicamente gli addetti passavano a ritirare le monetine, e se lo avevi usato poco te lo ritiravano»

Il collezionista di televisori

Natalia Ginzburg, Wittgenstein e le “parole-cadaveri”

«In un articolo pubblicato sull’“Unità” il 29 maggio 1989, Ginzburg cita Wittgenstein e fa una serie di esempi: da una parte ci sono “non vedente”, “non udente”, “anziano”, “colf”, “operatore ecologico”, “persona di colore”; dall’altra: “cieco”, “sordo”, “vecchio”, “donna di servizio”, “spazzino”, “negro”. Le prime sono parole-cadaveri, le seconde parole della realtà. Quell’articolo è stato usato più volte proprio dai critici del politicamente corretto. Ma la citazione è immaginaria»

Natalia Ginzburg, Wittgenstein e le “parole-cadaveri”
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