«Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima»
Storia del testo dell'architetta peruviana Cristina Torres-Cáceres, scritto di getto dopo l'ennesimo femminicidio e diventato virale

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Lo diceva in privato Tucker Carlson, il più famoso e agguerrito giornalista di Fox News, riferendosi a Donald Trump: in pubblico era tutta un'altra storia

La discussione sul “merito” bisogna meritarsela [Continua]



Lo ha scritto il New York Times parlando delle reazioni a uno scandalo per abusi sessuali contro un noto autore di libri per bambini

La grande invenzione che ci permette di partecipare a tutto: il vittimismo [Continua]

La tennista Peng Shuai ha accusato di violenze sessuali l'ex vicepremier Zhang Gaoli, provocando un'enorme censura online

Nella nuova puntata di Joypad si parla di quanto sarebbe bello essere dei vermi orrendi

Riguardava le accuse di molestie di una stagista contro un noto presentatore televisivo: per i giudici non ci sono prove sufficienti


È della regista rumena Adina Pintilie, e parla delle difficoltà di tre persone con il contatto fisico; Wes Anderson ha vinto per la miglior regia

Sul social network più popolare tra gli adolescenti alcuni prodotti attraversano brevi ma intensi momenti di popolarità, e le aziende si adattano



In appello, per una causa di diffamazione intentata dall’uomo che lei aveva accusato di molestie sessuali

«Noi rimandatori a fine anno siamo ancora più vulnerabili del solito: per questo, l’insensato balenare dell’opzione rinvia, riferita al capodanno, mi turba tanto. Perché, fosse per me, lo rinvierei eccome, come amo rinviare qualsiasi cosa. Lo rinvierei, ma so bene che non posso, perché il tempo fugge tutto in una direzione, e dimenticarlo è impossibile, anche per una procrastinatrice professionista che vorrebbe abolire le date, anzi proprio i calendari, dato che il tempo non si può abolire, perché è la forma stessa dell’esperienza»

«Mentre scrivo la guardo in "Café Müller". Sembra venuta dal mondo dei morti per mostrarmi la frattura tra chi avrei voluto essere e chi avrei potuto essere; tra la pulizia falsa e la sporcizia vera. A volte mi domando se riguardi solo me, quella frattura, o se altre donne la avvertano: se l’abbiano riempita di terra o distolgano lo sguardo per non esserne attirate. Mi domando che forma assuma, se c’è, in loro: per me ha gli occhi di Pina Bausch»

«Lei era Roma per me: sorrideva pur essendo triste, gli occhi bistrati e chiarissimi. Il suo corpo mi pareva il corpo della città. Era facile riconoscerla nelle sue canzoni, era evidente che le paillettes e i foulard, gli abiti fuori misura coincidessero con le contraddizioni e la pietas della città. La tragedia della donna che si butta nel Tevere per un amore finito in "Barcarolo romano" racconta lo stesso fiume che abbraccia l’Isola Tiberina e l’ospedale Fatebenefratelli, dove sono nate generazioni di romani. A me sembra che finché Roma è rimasta "india, pigra e furba" come il padre di Gabriella Ferri, lei, come tutte le maschere, non ha avuto bisogno di presentazioni perché il luogo da cui veniva era la sua vera identità. Ma dopo l’inizio e la consacrazione, è arrivata la consapevolezza, il timore di ritrovarsi alla fine di un percorso»
