gianni rodari
Itabolario: Hippy (1967)
Massimo Arcangeli ha raccolto 150 storie dell'Italia unita, una per ogni anno: Itabolario. L'Italia unita in 150 parole (Carocci editore)

Perché scrivere un libro su una cosa che “appartiene alla storia d’Italia”
Lo spiega Paolo Nori nella nuova prefazione a "Noi la farem vendetta", il suo libro sulla strage di Reggio Emilia del 7 luglio 1960

Che ora è sulla Luna?
Tutte e nessuna, per questo ESA, NASA e altre agenzie spaziali vogliono decidere un orario lunare standard e un modo per misurare il tempo fuori dalla Terra

Carnevale della matematica #142
In tre mesi sono stati pubblicati tantissimi post matematici!

Una buona scuola è una scuola che cambia
«In superficie, nel triste dibattito pubblico, il fatto che alcune scuole secondarie di secondo grado sperimentino forme “senza voto” torna ad apparire, come nel 1978, un reato di lesa maestà: un regalo fatto ai fannulloni, un modo per deresponsabilizzare gli studenti»

Carnevale della matematica #66
La raccolta dei post di argomento matematico nell'ultimo mese

Come intrattenere i bambini a casa da scuola
Con attività che non siano videogiochi e programmi TV, ma che li tengano altrettanto impegnati

La moda e la guerra
L'invasione in Ucraina è avvenuta durante le sfilate di Milano e Parigi, costringendo le aziende a scelte e riposizionamenti complicati

Il caso Agatha Christie
«Sono diventata adulta leggendo tutti i suoi romanzi per poi dimenticarli e rileggerli di nuovo fino alla scoperta della sua autobiografia, bellissima, dove ho incontrato una donna dalla vita sorprendente: gli inverni dell’infanzia in Francia perché il padre affittava casa ai ricchi americani; i viaggi in giro per il mondo, il surf, la scrittura e l’inatteso successo, i due matrimoni, la misteriosa scomparsa, la passione per l’archeologia… Ma la scoperta più grande è avvenuta nel 2021 durante un periodo di qualche mese che ho passato a New York»

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La punteggiatura:
«Oggi se ne sta lì come la segnaletica stradale, non ci facciamo caso, ma esiste da pochissimo tempo. Scriviamo da seimila anni (minuto più, minuto meno) e usiamo i “segni paragrafematici”, come dicono i linguisti, solo da duemila e quattrocento. I greci erano svogliati e la adoperavano in modo incerto. I romani non la usavano per nulla. Al tempo di Dante c’erano i glifi che oggi ignoriamo, estinti come dinosauri: il doppio punto, il punto mobile, la virgola alta. Fourier pretendeva quattro tipi di virgole. Questo è un breve prontuario di ciò che ne resta. Prendiamo la virgola per esempio,»
