fiorucci
La storia del marchio Fiorucci
Gli angioletti, i nanetti, molti sederi, e una comunicazione riconoscibilissima per quasi cinquant'anni

È morto Elio Fiorucci
Aveva creato uno dei marchi italiani di moda più conosciuti al mondo, quello con gli angioletti: aveva 80 anni

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Aveva 82 anni ed è stato uno dei più conosciuti fotografi italiani, noto per le pubblicità di Benetton e per le sue collaborazioni con varie riviste di moda

4 cose che abbiamo comprato ad aprile
Una per piedi, due per barbe e una per zaini

Una canzone di Willy Mason
«Stanotte non ho chiuso occhio»

Milano vista da un tredicenne romano

Come Milano diventò la capitale italiana della moda
Prima degli anni Settanta, gli stilisti si dividevano fra Firenze, Roma e Napoli: poi cominciarono ad aver bisogno di fabbriche

Tornerà lo stile degli Oasis?
Il loro modo di vestire e acconciarsi mescolava diverse sottoculture britanniche, era economico e facilmente replicabile, e per questo fu imitatissimo

Da dove arriva il piumino
Una storia di soldati russi, vestaglie trapuntate, alta sartoria e articoli da montagna, fino ad arrivare a quello che è oggi

Perché Oliviero Toscani è stato importante

Vi ricordate l’appariscente moda degli anni Duemila?
Molti millennial vorrebbero rispondere di no

È sparito il centrodestra
Alle elezioni amministrative crolla il PdL, perde la Lega malgrado Tosi vinca a Verona al primo turno, e svanisce il Terzo Polo; molto bene il M5S e il PD se la cava

Cosa vedere alla Biennale d’arte di Venezia
I padiglioni e gli artisti che si stanno facendo notare all'importante esposizione artistica appena inaugurata, aperta fino al 24 novembre

Sulle case occupate di Roma governo e comune hanno idee diverse
Il ministro dell'Interno Piantedosi vuole procedere con una serie di sgomberi, mentre la giunta pensa a come aiutare gli inquilini

Il grande coming out del 1984
«Il 2 aprile 1984 i Queen, travestiti da casalinghe inglesi, lanciarono una canzone che era un grido di liberazione: "I Want To Break Free". Poi arrivarono gli Smiths, i Pet Shop Boys e i Culture Club. Ma la vera esplosione arrivò a ottobre, quando uscirono i Bronski Beat, Depeche Mode, Frankie Goes To Hollywood e Madonna. Nel giro di pochi mesi “l’amore che non si può dire”, come lo aveva battezzato un secolo prima Oscar Wilde, si dichiarava orgogliosamente al mondo. Fu la vera nascita del “pride”. Attraverso quelle canzoni l’omosessualità maschile entrava in scena in quanto esplicita produttrice di musica, cultura e immaginario. L’inizio di quell’onda continua ancora oggi, ma è talmente sovrapposta al paesaggio culturale e ai consumi da esserne ormai indistinguibile»
