clavicembalo

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Il notturno della musica indiana e il diurno della classica occidentale

"Come tanti borghesi europei del secolo scorso, sono cresciuto con l’idea che lo studio della musica classica rappresenti il minimo comune denominatore della cultura alta." Ecco perché è tanto più necessario spingersi alla conoscenza dell'ignoto, per indagare paradigmi culturali diversi da quelli in cui si è nati e accrescere, così, il proprio mondo. Si parte dall'India, dalle sue tradizioni musicali, e da come queste sappiano mettersi in dialogo con quelle europee, rivelando somiglianze e punti d'incontro inaspettati.

Il notturno della musica indiana e il diurno della classica occidentale

L’epopea delle 150 ore

«All’inizio tutto è sperimentale, si fondono il desiderio di riscatto personale e la necessità di studiare per contribuire alle rivendicazioni collettive. Le classi si riempiono, prima di operai, e poi di disoccupati e di casalinghe, moltissimi sono i militanti. I corsi si moltiplicano, nella scuola pubblica, nelle università. Per molte donne le 150 ore diventano l’occasione per organizzare gruppi d’autocoscienza, per avvicinarsi a testi e pratiche femministe»

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