Ok Boomer
Uno stadio senza curve
«Non esiste un vaglio condiviso della violenza e dell’ingiustizia, ma se mai esistesse non è dalle due curve che potremmo conoscerlo. È negli altri settori dello stadio, dove ci si guarda l’un l’altro senza sapere esattamente come la si pensa»

L’integrazione delle melanzane
«Provenienti quasi certamente dall’Asia, le melanzane fanno parte dell’enorme categoria delle specie vegetali migranti, o perché importate o perché arrivate per conto loro, senza chiedere il permesso a nessuno»

I panni degli altri, stesi
«Avevo omesso di dire in modo chiaro che la situazione, in Italia, non è per nulla woke. Anzi. Che non solo non è vero che da noi “non si può più dire niente”; ma è vero il contrario, si può dire tutto senza pagare alcun pegno, e anzi sicuri di avere una claque entusiasta»

Le fave se ne fregano
«Se si perde il concetto che ogni persona è quella persona, e che in nessun caso, mai, si nasce macchiati dal peccato originale, beh allora la lunga catena dei sensi di colpa non sarà mai recisa»

Aspettando un luccichio
«Non si era detto fino a un secondo fa che se c’è ancora una pallida differenza, tra il Pd e gli altri partiti, è la dimensione collettiva, è non essere il partito di una/un leader, ma un insieme fin troppo caotico di persone?»

Purché se ne parli
«Visto che ogni morale è tacciabile di moralismo, forse bisognerebbe agitare, in un mondo così conforme alla stessa regola, il dubbio del conformismo»

L’uso della violenza
«Credo sia imprescindibile la libertà d’espressione, credo sia altrettanto imprescindibile la libertà di critica. Credo sia sempre esecrabile e ottusa la censura, credo che l’idea che “si possa dire tutto, mostrare tutto”, sia altrettanto esecrabile e ottusa»

Mucche nella neve
«Il sergente nella neve, il libro più famoso del papà di Gianni, Mario Rigoni Stern (ne ha scritti diversi altri, magnifici, sul rapporto tra l’uomo e la natura, gli alberi e gli animali, l’aria aperta e le montagne), è il racconto della ritirata degli alpini italiani dalla Russia»

Gli scheletri dei Clash nel mio armadio
«Quel mio articolo, pubblicato con rilievo non nella pagina degli Spettacoli, ma nelle cronache nazionali del giornale del partito comunista, è zeppo di luoghi comuni e pregiudizi. C’è tutta la presunzione e la rigidità ideologica dei miei venticinque anni».

Mettere radici
«Quello che volevo raccontarvi è questo mio oscillare un poco schizofrenico tra uno sradicamento “di nascita”, che ho sempre vissuto come un privilegio, un antidoto perenne al provincialismo, una spinta alla libertà di pensiero e di azione. E però una profonda attrazione per il concetto stesso di “radici”»

Il diritto al boh
Si seguono i grandi flussi di consumo, il grosso dei cibi e dei vestiti che si comprano ha il marchio impareggiabile della normalità, si clicca “Ferragni” perché si è letto da qualche parte che tutti cliccano Ferragni.

Troppo corretto
«Torniamo al politicamente corretto. Che sia una questione molto, molto complicata, si sa. Mi sembra giusto aggiungere che proprio le questioni molto, molto complicate richiedono (per non complicarsi ulteriormente) un qualche sforzo di chiarimento. E qualche presa di posizione»

Prima di parlare d’altro
«Questa settimana provo a mettere un poco di ordine. Disciplina affascinante, a proposito della quale diversi libri (anche best seller come quello di Marie Kondo) tentano di dare indicazioni utili»

Così vicini, così lontani
«Se – per dirla in due parole – il motore della paranoia complottista è la sofferenza delle persone, risulta meno semplice liquidare queste persone come un impiccio molesto»

Manca la Terra sotto i piedi
«Per non rimanere nel vago, la definizione clinica di paranoia è questa: delirio cronico basato su un sistema di convinzioni, principalmente a tema persecutorio, non corrispondenti alla realtà»

Il mare d’inverno
«Dei protagonisti dell’immaginario popolare solo i serial killer non hanno (ancora) avuto accesso all’Ariston, in quel fantastico guazzabuglio di generi confluiti in quel solo immenso genere che è la popolarità, non importa di che tipo e per quale merito»

Sapessi com’è strano
«Ricordavo molto vagamente Baggio, ci abitava il mio amico Daniele, compagno di liceo di mio fratello Guido, uno dei pochi figli di operai che da così lontano ogni giorno arrivavano in centro per fare il liceo classico al Manzoni»

I’m just Ken
«Avevo gli occhi umidi quando Barbie, tenendo per mano la sua anziana creatrice e potendo vedere, per mezzo di lei, squarci della vita reale, ovvero dell’imperfezione dolorosa e gioiosa nella quale tutti viviamo, decide di abbandonare il felice (e finto) status di bambola»

Altri abusi di altri uffici
«Se buona parte dei media non avesse avuto questo ruolo non richiesto, di aizzatore della pubblica indignazione piuttosto che di informatore della pubblica opinione, sono sicuro che il dibattito sulla giustizia sarebbe di molto alleggerito e svelenito»

Ignora il prossimo tuo
«Uno smarrirsi, uno spaesarsi, un perdere contatto con il luogo nel quale appoggiamo i piedi e con la materia fisica che ci circonda»
