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  • Lunedì 22 febbraio 2016

Gianfranco Rosi ha chiesto che il Nobel per la Pace venga dato agli abitanti di Lampedusa e Lesbo

Gianfranco Rosi e l'Orso d'oro, vinto per il film "Fuocoammare" (BERND VON JUTRCZENKA/AFP/Getty Images)
Gianfranco Rosi e l'Orso d'oro, vinto per il film "Fuocoammare" (BERND VON JUTRCZENKA/AFP/Getty Images)

Il regista Gianfranco Rosi, che con un documentario girato a Lampedusa – Fuocoammare – ha vinto il Festival del cinema di Berlino, ha scritto un articolo pubblicato oggi sulla prima pagina di Repubblica in cui chiede che il prossimo premio Nobel per la Pace venga consegnato agli abitanti di Lampedusa e Lesbo. Rosi racconta anche di aver consegnato il Leone d’Oro a Pietro Bartolo, medico di Lampedusa e protagonista del film, perché lo porti sull’isola:

«Il premio Nobel agli abitanti di Lampedusa e Lesbo sarebbe una scelta giusta e un gesto simbolico importante. Consegnarlo non a un individuo ma a un popolo. I lampedusani in questi vent’anni hanno accolto persone che sono arrivate, migranti, senza mai fermarsi. Ho vissuto lì un anno e non ho mai sentito da nessuno parole di astio e paura nei confronti degli sbarchi. Le uniche volte in cui li vedo reagire con rabbia è quando ci sono troppe notizie negative associate all’isola: “disastro a Lampedusa”, “i pesci che mangiano i cadaveri”, “arrivano i terroristi”. Quelle sono le cose verso le quali hanno, giustamente, un rifiuto totale. Vorrebbero che tutto si svolgesse senza lasciare traccia mediatica, portando avanti il loro aiuto quotidiano. Ce ne sono tanti che lavorano al Centro d’accoglienza, oggi che gli sbarchi sono procedura istituzionale: la raccolta in mare aperto, l’arrivo al porto e al Centro per l’identificazione».

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