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  • Lunedì 24 novembre 2025

Cosa succede a una città ucraina occupata dalla Russia

A Mariupol, conquistata dopo un lungo assedio nel 2022, la Russia sta cancellando ogni segno del passato

Mariupol, 18 maggio 2025 (REUTERS/Alexander Ermochenko)
Mariupol, 18 maggio 2025 (REUTERS/Alexander Ermochenko)
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Tra le altre cose, il nuovo piano di Russia e Stati Uniti per la fine della guerra in Ucraina prevede enormi concessioni territoriali per la Russia: otterrebbe per esempio l’intero territorio del Donbas, nell’est dell’Ucraina, incluse alcune aree che attualmente non controlla. Per farsi un’idea di quello che succede a una città ucraina che passa sotto il controllo della Russia è possibile guardare quello che è successo a Mariupol, un’importante città portuale nel sud-est dell’Ucraina, che la Russia conquistò nel maggio del 2022 e che controlla da allora. Negli ultimi anni la Russia, e l’amministrazione filorussa di Mariupol, hanno cercato di “russificare” la città, cioè di eliminare le tracce della precedente amministrazione ucraina, e di renderla più simile alle città russe.

Mariupol venne conquistata dopo un assedio estenuante, durato 86 giorni e durante il quale la Russia colpì e distrusse molte infrastrutture civili: al tempo circolò parecchio la foto di una donna ucraina incinta che viene portata via in barella dopo il bombardamento russo sull’ospedale pediatrico della città. Complessivamente si stima che il 90 per cento degli edifici residenziali fu distrutto o danneggiato. Moltissime persone ucraine fuggirono, abbandonando le proprie case: prima dell’invasione russa del 2022 a Mariupol vivevano più di 420mila persone, mentre oggi si stima che siano circa 100mila.

Alcuni profughi ucraini provenienti da Mariupol e dalla città di Zaporizhzhia alla stazione di Lviv, nell'Ucraina occidentale, il 20 marzo 2022. (AP/Bernat Armangue)

Alcuni profughi ucraini provenienti da Mariupol e dalla città di Zaporizhzhia alla stazione di Leopoli, nell’Ucraina occidentale, il 20 marzo 2022. (AP/Bernat Armangue)

Tra i vari modi in cui le autorità russe hanno cercato di cambiare la sua identità c’è il processo di ricostruzione che seguì la conquista della città. Dopo avere occupato Mariupol, la Russia ha reso difficilissimo per le persone ucraine che erano fuggite ritornare e reclamare la propria casa. Per essere riconosciuti come i proprietari di un’abitazione è necessario ottenere la cittadinanza russa e presentare i documenti di proprietà originali, che spesso sono stati persi o distrutti nell’assedio. Ritornare in città per molti è poco sicuro, perché banalmente chi vuole farlo deve entrare in territorio russo e quindi sottoporsi ai controlli, e ai possibili abusi, delle autorità russe.

Di fatto, dopo il maggio del 2022 la Russia è riuscita a nazionalizzare migliaia di abitazioni, dopo averle ufficialmente dichiarate “prive di proprietari”. In molti casi le autorità cittadine le hanno riassegnate a famiglie russe. Oleksandra Stolyar, una donna ucraina di 46 anni che viveva a Mariupol ma che è stata costretta a fuggire dall’invasione russa e che oggi vive a Berdyčiv, una cittadina nel centro dell’Ucraina, ha raccontato al New York Times di avere saputo che la Russia pianificava di confiscarle la casa, ma di non aver voluto chiedere la cittadinanza russa, perdendo così i suoi diritti di proprietà.

Una signora cammina davanti a un cantiere a Mariupol decorato con la bandiera russa e lo slogan: «Da San Pietroburgo a Mariupol», il 6 agosto 2025 (REUTERS/Alexander Ermochenko)

In altri casi, come raccontato tra gli altri dal sito Bellingcat, gli edifici originali che erano stati danneggiati durante l’assedio sono stati demoliti, e al loro posto sono stati costruiti nuovi palazzi. Bellingcat è riuscito a identificare più di 50 edifici con 6mila appartamenti nuovi, che vengono messi in vendita a cittadini russi.

Le agenzie immobiliari russe spesso li presentano come appartamenti piuttosto confortevoli, destinati a persone e famiglie benestanti: per facilitarne l’acquisto da parte di cittadini russi, e quindi fare in modo che più persone russe si trasferiscano in città, la Russia garantisce prestiti a un tasso molto ridotto a tutti i cittadini che vogliono comprare casa nelle regioni ucraine occupate. Offre un tasso intorno al 2 per cento: parecchio inferiore a quelli normalmente applicati nel resto del territorio russo, che sono attorno al 20 per cento.

Un’enorme bandiera russa mostrata a Mariupol nella Giornata nazionale della bandiera, il 22 agosto 2025 ( REUTERS/Alexander Ermochenko)

Al momento non è chiaro quanti russi si siano effettivamente trasferiti a Mariupol, ma il tentativo di renderla una città russa è evidente. Da quando la Russia ha occupato la città i segni della sua appartenenza all’Ucraina, come monumenti e murales, sono stati rimossi. La Russia considera Mariupol, come le altre aree occupate dell’Ucraina, come parte integrante del suo territorio: tra le altre cose in città si usa il rublo (la valuta russa), le auto hanno targhe russe e le bandiere russe sono esposte un po’ dappertutto. I nomi di molte vie sono stati modificati, sia per celebrare la storia russa sia per rendere ancora più difficile per chi se n’è andato dimostrare di essere il proprietario di un’abitazione.

Secondo diversi esperti la ricostruzione ha soprattutto l’obiettivo di affermare la sovranità russa su Mariupol, come pure sulle altre regioni occupate, e di eliminare la memoria della guerra e dei crimini commessi dalla Russia. Ci sono diversi esempi: le autorità cittadine hanno deciso di cambiare il nome di una delle vie vicine all’acciaieria Azovstal, nella quale centinaia di soldati ucraini avevano resistito contro l’esercito russo. La via, che si chiamava semplicemente via Azovstal, ha cambiato nome in via Tula, dal nome di una città russa. Anche il Teatro d’arte drammatica di Mariupol, che la Russia bombardò uccidendo centinaia di persone, è stato completamente ricostruito e dovrebbe riaprire nei prossimi mesi.