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  • Mercoledì 5 novembre 2025

La principale critica fatta a Zohran Mamdani

È quella di non avere abbastanza esperienza per fare il sindaco di New York: lui ha cercato di farne un punto di forza

Zohran Mamdani in metropolitana dopo una conferenza stampa nel Bronx, il 29 settembre
Zohran Mamdani in metropolitana dopo una conferenza stampa nel Bronx, il 29 settembre (EPA/OLGA FEDEROVA)
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Nel 2021, quando il Partito Democratico scelse Eric Adams come candidato sindaco di New York, Zohran Mamdani non nascose il suo disappunto a Kenny Burgos, un collega deputato del parlamento statale che era stato suo compagno di scuola. Discussero di chi avrebbe potuto sfidare Adams al giro successivo, nel 2025, e Burgos esortò Mamdani a candidarsi lui. «Sono troppo giovane, non mi prenderebbero sul serio», rispose lui.

Martedì Mamdani è stato eletto sindaco di New York, battendo non Adams, che si era ritirato dopo molti scandali, ma l’ex governatore dello stato Andrew Cuomo, anche lui Democratico ma presentatosi come indipendente. A 34 anni Mamdani diventerà il più giovane sindaco della città in oltre un secolo, e ci aveva preso: la sua età e soprattutto la sua relativa inesperienza politica sono state il principale motivo di attacchi e critiche da parte degli oppositori.

Cuomo è un politico di lungo corso, molto vicino all’establishment del Partito Democratico: tra le altre cose è stato governatore dello stato di New York dal 2011 al 2021, quando si dimise per accuse di molestie sessuali (poi archiviate). In campagna elettorale ha puntato tutto sulla propria esperienza e l’ha sfruttata per cercare di presentare Mamdani come un politico non all’altezza di un ruolo così importante e complesso come quello del sindaco di New York.

L’unico incarico politico ricoperto da Mamdani è stato quello di deputato statale, dal 2021, senza responsabilità amministrative. Prima aveva lavorato per un anno per una non profit che assisteva gli inquilini a rischio di sfratto del Queens, uno dei cinque grandi quartieri di New York. Cuomo è arrivato a inscenare un finto colloquio di lavoro, in cui derideva la presunta impreparazione di Mamdani e disse che, se eletto, avrebbe potuto «uccidere New York».

Andrew Cuomo, Zohran Mamdani e il candidato dei Repubblicani Curtis Sliwa durante un dibattito, il 25 ottobre

Andrew Cuomo, Zohran Mamdani e il candidato dei Repubblicani Curtis Sliwa durante un dibattito, il 25 ottobre (Hiroko Masuike/The New York Times via AP)

L’inesperienza di Mamdani è stata un tema dibattuto, anche tra gli elettori più progressisti che lo hanno sostenuto. In un sondaggio di ottobre della Quinnipiac University, il 73 per cento delle persone intervistate riteneva Cuomo qualificato per il lavoro di sindaco, rispetto al 39 per cento di Mamdani. L’esperienza però non è stata l’unico fattore determinante per il voto. Nello stesso sondaggio per esempio si ribaltava la proporzione nella domanda su chi fosse un candidato più “etico”: 53 per cento per Mamdani e 44 per Cuomo.

Mamdani non si è sottratto a queste accuse: sul piano più politico ha cercato di ribaltarle e farne un punto di forza, e al tempo stesso ha dato rassicurazioni concrete.

Sul primo punto, Mamdani ha insistito che i trascorsi al governo di Cuomo non fossero necessariamente positivi, raccontandolo come un vecchio arnese di partito che non vuole farsi da parte ed è sconnesso dalla vita quotidiana nella città. «Quello che mi manca in esperienza, lo compenso con l’integrità: e quello che ti manca nell’integrità, non lo potrai mai compensare con l’esperienza», gli ha detto in uno dei dibattiti televisivi. In un’altra occasione Mamdani s’è detto orgoglioso di non avere «l’esperienza di corruzione, scandali e infamia» di Cuomo.

Questa tattica ha funzionato, configurando una specie di scontro generazionale tra Mamdani e Cuomo, ma anche tra due anime del Partito Democratico: una più giovane e a sinistra, abilissima a comunicare sui social; l’altra più moderata e istituzionale, ma anche percepita come attaccata al potere. Il New Yorker, spiegando i risultati, ha scritto che «Mamdani non è collaudato, il suo network di alleati di lunga data è piccolo e gli mancano le connessioni e i trascorsi nella struttura di potere della città […]. Ma il punto è quello. I newyorkesi non volevano un insider con decenni di esperienza. Volevano Zohran Mamdani».

Zohran Mamdani con sua moglie Rama Duwaji durante la festa per la vittoria, il 4 novembre

Zohran Mamdani con sua moglie Rama Duwaji durante la festa per la vittoria, il 4 novembre (EPA/SARAH YENESEL)

Sul secondo aspetto, Mamdani ha molto insistito che non sarà da solo a governare, dicendo che farà affidamento su una squadra esperta. Ha portato come esempio la sua campagna elettorale: da deputato è stato rieletto due volte contro candidati con più risorse economiche, e in campagna elettorale per il sindaco era partito con uno staff di cinque persone ma è arrivato a coinvolgerne migliaia. In questi mesi ha ricevuto i consigli di Bill de Blasio, che è stato sindaco di New York dal 2014 al 2021, e la governatrice dello stato Kathy Hochul si è impegnata ad aiutarlo, a partire dalla composizione della squadra e dalla selezione dei funzionari.

Mamdani inoltre ha cercato di dare segnali di continuità. Per esempio ha proposto di confermare l’attuale capa della polizia Jessica Tisch, che è piuttosto apprezzata ed era stata nominata da Adams. È un’idea ritenuta emblematica del parziale riposizionamento di Mamdani, che ha smussato alcune delle sue posizioni più radicali dopo la vittoria delle primarie. Per esempio si è scusato per aver accusato, in passato, la polizia di essere razzista e non propone più di ridurne i fondi.

Ci sono precedenti di giovani sindaci che hanno governato bene grandi città: per esempio Julian Castro a San Antonio (Texas), Pete Buttigieg a South Bend (Indiana) e Michelle Wu a Boston (Massachusetts). Nessuna di queste città, però, ha una macchina amministrativa grande quanto quella di New York, che è una specie di stato nello stato, con un bilancio annuale da oltre 110 miliardi di dollari e più di 300mila dipendenti comunali, tra le altre cose.

Infine Mamdani dovrà mantenere le onerose promesse fatte in campagna elettorale, come rendere gratuiti gli autobus e bloccare per quattro anni gli affitti calmierati. Ci sono dubbi sul fatto che per finanziarle basti alzare alcune tasse, come propone, e il presidente Donald Trump ha minacciato di ridurre al minimo i fondi per New York in ritorsione dopo la sua vittoria.

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