Trump ridurrà moltissimo i rifugiati ammessi negli Stati Uniti
Saranno 7.500 invece che 125mila, e verrà data priorità alle persone bianche provenienti dal Sudafrica

Giovedì l’amministrazione di Donald Trump ha pubblicato un comunicato in cui dice che ridurrà drasticamente il numero di rifugiati ammessi negli Stati Uniti nel 2026: saranno 7.500, mentre il limite massimo fissato dall’amministrazione precedente di Joe Biden per il 2025 era di 125mila. Avranno inoltre la precedenza gli afrikaner, ossia le persone appartenenti a una delle popolazioni che compongono la minoranza bianca del Sudafrica e che sono sostanzialmente gli unici rifugiati che Trump vuole accogliere.
Da tempo Trump e una parte della destra statunitense sostengono che in Sudafrica sia in corso un «genocidio dei bianchi», che sarebbero minacciati dal governo e dalla maggioranza nera. Lo scorso maggio e giugno gli Stati Uniti avevano accolto due gruppi di afrikaner, e nello stesso periodo Trump aveva fatto una specie di agguato al presidente sudafricano Cyril Ramaphosa in visita, accusandolo davanti ai giornalisti di star perpetrando un genocidio ai danni degli abitanti bianchi del Sudafrica. Al tempo uno dei principali consiglieri di Trump era ancora il miliardario Elon Musk, che è sudafricano ed è uno dei principali promotori di questa teoria negli Stati Uniti.
Per la legge statunitense un rifugiato è una persona che chiede asilo dall’estero per motivi di persecuzione nel paese in cui vive, e che può entrare negli Stati Uniti solo una volta che la sua richiesta è stata accettata. La procedura può avvenire attraverso l’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, o un’ambasciata statunitense, e se la richiesta viene approvata la persona può trasferirsi e lavorare negli Stati Uniti. Dopo un anno può richiedere la cosiddetta “green card”, il permesso di residenza permanente, e cinque anni dopo averla ottenuta può fare domanda per la cittadinanza.
Al momento non è stata data una spiegazione su questa riduzione: nel comunicato si citano genericamente motivi umanitari e l’interesse nazionale. La decisione è comunque in linea con la politica di Trump di ridurre il più possibile l’immigrazione e la presenza di persone straniere negli Stati Uniti.
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