La Corte dei conti non ha approvato il progetto del ponte sullo Stretto
Significa che non sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e che non saranno avviati i primi cantieri, per ora

La Corte dei conti non ha approvato la delibera del Cipess (il comitato per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, un organo interministeriale a cui spetta valutare la spesa per la costruzione di grandi opere pubbliche) con cui lo scorso agosto era stato approvato il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina. Le motivazioni della Corte saranno rese pubbliche entro 30 giorni: nel frattempo il governo ha comunque degli strumenti per portare avanti il progetto del ponte.
Il parere della Corte dei conti era decisivo per la pubblicazione del progetto definitivo del ponte in Gazzetta Ufficiale, l’archivio di tutte le norme in vigore in Italia (una norma entra ufficialmente in vigore solo quando è pubblicata sulla Gazzetta). Di conseguenza, la decisione era anche fondamentale per l’apertura dei primi cantieri, che il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, principale promotore dell’attuale progetto sul Ponte, aveva previsto per novembre (ma era una scadenza da prendere con qualche riserva, visto che la data era già stata spostata in avanti molte volte).
La Corte dei conti è un organo che in sostanza controlla i conti dello Stato: quello che fa su progetti come il ponte sullo Stretto si chiama tecnicamente “controllo preventivo di legittimità” e serve a stabilire se un atto del governo sia conforme alla legge, in particolare dal punto di vista contabile. È insomma un parere molto rilevante, ma non è del tutto vincolante per il governo, che può approvare un nuovo provvedimento in Consiglio dei ministri per forzare l’approvazione del progetto, se ritiene che questo sia di grande interesse pubblico. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e altri esponenti del governo, tra cui Salvini, hanno già detto che intendono farlo.
Anche se non ci sono ancora le motivazioni ufficiali della decisione, ci sono diversi elementi su cui ci si può fare un’idea del perché il parere sia stato negativo. A settembre la Corte dei conti aveva chiesto una serie di chiarimenti al governo sul progetto definitivo del ponte, e nelle sei pagine di osservazioni inviate alla presidenza del Consiglio, i magistrati contabili avevano espresso dubbi sulle procedure seguite dal governo: in particolare sulle deroghe ai vincoli di protezione ambientale e sull’aumento delle spese per la costruzione del ponte e delle opere collegate, come strade e ferrovie.
La Corte dei conti aveva chiesto al governo di spiegare in modo più approfondito la compatibilità del progetto con le numerose prescrizioni fatte sulla Valutazione d’Incidenza Ambientale (VIncA) dalla commissione tecnica del ministero dell’Ambiente che a novembre dello scorso anno aveva approvato il progetto. Le prescrizioni erano in sostanza condizioni per rimediare all’impatto ambientale negativo che il ponte avrebbe avuto su alcune zone, e per aggirarle il 9 aprile il Consiglio dei ministri aveva approvato la cosiddetta relazione IROPI (Imperative Reasons of Overriding Public Interest, “motivazioni imperative di rilevante interesse pubblico”) dichiarando il ponte un’infrastruttura di interesse militare. La procedura seguita dal governo era stata contestata da associazioni ambientaliste e comitati contrari al ponte, che avevano presentato ricorsi all’Unione Europea.
Tra le altre cose, i magistrati contabili avevano segnalato al governo aumenti delle spese non motivati, come quelli relativi ai costi per la sicurezza, passati da 97 a 206 milioni, e quelli per le opere compensative. Un altro rilievo riguardava l’esclusione dalla procedura dell’Autorità di regolazione dei trasporti, che interviene su concessioni, accesso alle infrastrutture e tariffe.
Commentando la decisione della Corte dei conti Meloni ha detto che si tratta «dell’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del governo e del parlamento» e che «la riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di governo, sostenuta dal parlamento».
Salvini ha a sua volta detto che la decisione della Corte dei conti «è un grave danno per il paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico». Ha aggiunto poi di essere determinato «a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori». Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra, che è tra i principali oppositori dell’opera, ha parlato di una «grande vittoria dello stato di diritto» e ha chiesto le dimissioni di Salvini.
Il progetto del ponte sullo Stretto prevede la costruzione del ponte a campata unica più lungo del mondo: la lunghezza complessiva sarebbe di 3.660 metri, con una campata sospesa di 3.300 metri. In base al progetto le due torri che lo sosterrebbero dovrebbero essere alte 399 metri e formate da due piloni collegati tra loro da tre grandi travi orizzontali. Secondo i progettisti, la particolare struttura aerodinamica renderebbe il ponte stabile con venti fino a 300 chilometri orari. La velocità massima del vento nello Stretto è stata osservata nel 1991 quando vennero raggiunti i 128 chilometri orari. Il governo ha destinato alla costruzione del ponte sullo Stretto e alle opere accessorie 13,5 miliardi di euro.



