Riecco il curling
Torna di moda una volta ogni quattro anni, e quella volta sta per tornare

Per quanto è peculiare e a suo modo avvincente, il curling – sport vagamente simile alle bocce che si pratica sul ghiaccio – è tra le discipline che più si fanno notare durante le Olimpiadi invernali. Ed è anche tra gli sport che tendono a essere dimenticati più in fretta quando le Olimpiadi finiscono. Ora, a poco più di 100 giorni da Milano Cortina, per molti il curling è ancora nel dimenticatoio. Ma non per tutti, e non per molto: visto che ne è già iniziata la stagione 2025-26 e visto che tra qualche mese tornerà alla carica.
Durante le Olimpiadi invernali del 2022 la finale di curling tra Italia e Norvegia fu vista da quasi 3 milioni di persone in Italia, ancor più di quelle che lo seguirono in Canada, dove è molto popolare e dove nel 2022 fu seguito quasi quanto l’hockey su ghiaccio.
Intanto il curling è tra gli sport invernali la cui stagione è già iniziata, strutturata come al solito attorno a una serie di tornei nota come Grande Slam. Nell’aprile del 2026, poche settimane dopo le Olimpiadi, inizierà inoltre la prima lega professionistica mondiale di curling: uno dei segni di quanto, tra un’Olimpiade e l’altra, lo sport stia comunque crescendo.
Un po’ come nel tennis, il Grande Slam del curling è l’insieme dei suoi tornei principali: fino all’anno scorso erano tutti canadesi, da quest’anno ce n’è anche uno statunitense. Quello di Nisku, nella provincia canadese dell’Alberta, è il secondo della stagione (su cinque totali) ed è in corso in questi giorni (dal 14 al 19 ottobre). La stagione di curling va da settembre ad aprile e il Grande Slam (spesso scritto Grand Slam) esiste dal 2001: vi partecipano le squadre professionistiche migliori del mondo, qualificate attraverso il ranking mondiale, anche in questo caso un po’ come nel tennis.
Nei tornei del Grande Slam le squadre gareggiano in genere divise per nazionalità (o nel caso del Canada per province canadesi) ma ci sono anche squadre con atleti da più paesi. Possono esserci più squadre per lo stesso paese, e le squadre prendono il nome del loro skip, cioè la persona che oltre a lanciare si occupa di impostare la tattica di gioco.
Il curling si gioca a squadre composte da 4 persone (nel caso del curling misto sia giocatori che giocatrici) e l’obiettivo è far scivolare una pietra lucida (la stone) il più vicino possibile al centro della “casa”, la zona con tre anelli concentrici in fondo alla pista. Vince la squadra che lancia più pietre il più vicino possibile al centro della casa, che si chiama “bottone”. Nei tornei del Grande Slam sono previsti otto “end” (cioè turni) e in ciascuno sono previsti due tiri per giocatore. Una squadra può fare massimo otto punti in un turno, situazione che si verifica quando tutte le pietre di una squadra sono più vicine al bottone di quelle dell’altra squadra.
Alle Olimpiadi – dove ci saranno gare maschili, femminili e di doppio misto – le regole saranno un po’ diverse, ma i princìpi fondamentali e le strategie saranno le stesse.

Le pietre nella casa, durante una partita delle Olimpiadi di Torino del 2006 (Clive Rose/Getty Images)
Dopo il lancio della pietra alcuni giocatori spazzano il ghiaccio davanti alla pietra per aumentarne la velocità e indirizzare la traiettoria verso il bottone; mentre lo skip, che è anche il capitano ed è l’unico a non spazzare, dà loro indicazioni. Nel curling c’è molta strategia: un po’ come a bocce, alcune pietre possono essere utilizzate per allontanare quelle degli avversari dal bottone, o per proteggere una propria pietra vicina al bottone. Per quanto è strategico e giocato in conseguenza di quel che fanno gli avversari e in previsione di quel che potrebbero fare, il curling è spesso definito “scacchi sul ghiaccio”.
Negli ultimi anni il pubblico del curling è cresciuto. Colin Grahamslaw – segretario generale di World Curling, la federazione sportiva internazionale che regola lo sport – ha detto che il numero di paesi in cui si gioca a curling è «quasi raddoppiato» rispetto al 2010. Molti nuovi appassionati sono arrivati proprio grazie alle Olimpiadi invernali, dove il curling è presente in modo continuativo dal 1998.
Nel 2022, dopo la vittoria dell’oro nel curling femminile, in Gran Bretagna – e in particolare in Scozia, dove lo sport probabilmente nacque e da dove arrivano le pietre più pregiate – ci fu un aumento della richiesta per giocare a curling. Aaron Forsyth, gestore di una pista di curling a Edimburgo, in Scozia, raccontò di aver ricevuto centinaia di mail nei giorni successivi alla vittoria olimpica.

Una partita di curling all’aperto, nel gennaio 2025 a Inverness, in Scozia (Jeff J Mitchell/Getty Images)
Oltre che in paesi in cui è storicamente presente come Canada o Regno Unito, il curling sta crescendo anche in Asia, dove a parte qualche eccezione gli sport invernali hanno poca presa. Negli ultimi anni la vittoria di medaglie olimpiche da parte di un paese è stata una grande leva per rendere il curling più seguito e praticato, e molti paesi diversi hanno vinto una medaglia.
Per crescere il curling sta cercando anche di aggiornare e semplificare alcune regole del Grande Slam. Per esempio da quest’anno nelle prime fasi dei tornei un turno extra che era giocato in caso di parità è stato sostituito da un singolo tiro finale per ciascuna squadra, un tiro “chi vince questo vince tutto”. È cambiata anche la regola sui blank end, cioè gli “end” in cui non si segnano punti di proposito per assicurarsi di mantenere l’ultimo tiro nel turno successivo. Da questa stagione ciascuna squadra potrà fare un solo blank end per partita, pena la perdita dell’ultimo tiro al turno successivo.
Da aprile del 2026, quindi poche settimane dopo le Olimpiadi, debutterà inoltre la Rock League, la prima lega professionistica di curling. La Rock League durerà sei settimane e avrà sei squadre composte da cinque uomini e cinque donne. Ogni squadra sarà associata a una regione del mondo: ci saranno due Team Canada, due Team Europa, un Team USA e un Team Asia-Pacific; non sarà comunque obbligatorio che tutti i giocatori provengano dalla stessa area geografica del team. Le partite si svolgeranno tra Canada, Stati Uniti ed Europa, e coesisteranno con i tornei del Grande Slam (sia i tornei che la Rock League sono infatti controllati dalla stessa società, il Curling Group).



