Chi è Eugenio Giani, riconfermato presidente della Toscana

È del PD e ha da sempre un profilo moderato, che è stato talvolta un punto debole ma spesso anche la sua forza

Il presidente della Toscana, Eugenio Giani (Paolo Lo Debole/LaPresse)
Il presidente della Toscana, Eugenio Giani (Paolo Lo Debole/LaPresse)
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Per molti aspetti, per Eugenio Giani è stato più difficile garantirsi la rinnovata fiducia del suo partito, il PD, che non assicurarsi la scontata vittoria elettorale che lo conferma presidente della Toscana per un secondo mandato (ha battuto Alessandro Tomasi di Fratelli d’Italia, sindaco di Pistoia). Del resto nessuno, neppure a destra, aveva mai messo in discussione un nuovo successo del centrosinistra in una regione in cui ha sempre governato: forse anche per questo il PD, sia a Firenze sia a Roma, si era a lungo interrogato se fosse il caso di puntare ancora su Giani o cambiare. A sfavore del presidente uscente c’erano il suo profilo umano e politico.

Giani ha sessantasei anni, è nato a Empoli ma è cresciuto tra Firenze e dintorni, è appassionato di storia locale ed è una persona sempre molto pacata e dal carisma non proprio trascinante: è espressione della corrente più moderata del PD. Esordì in politica col Partito Socialista, prima avendo come modello Bettino Craxi, poi diventando seguace di Ottaviano Del Turco. Dopo aver aderito al PD, si trovò un po’ per convinzione e un po’ per inerzia a sostenere Matteo Renzi, che proprio da Firenze aveva iniziato la sua ascesa verso la politica nazionale (prima come presidente della provincia e poi come sindaco). Gli è sempre rimasto vicino sul piano personale.

È evidente insomma che Giani, schieratosi al congresso del 2023 con Stefano Bonaccini, non è esattamente in sintonia col nuovo corso del PD di Elly Schlein (che da Renzi è sempre stata piuttosto distante). Ed è per questo che parecchi dei collaboratori della segretaria avevano a lungo pensato di sostituirlo con un candidato più in linea con l’orientamento più movimentista e di sinistra della attuale leader: un candidato che in questo modo fosse anche più in grado di ottenere il gradimento del Movimento 5 Stelle, col quale Schlein vuole rafforzare l’alleanza a livello nazionale (negli ultimi cinque anni il M5S è stato all’opposizione di Giani in regione).

Giani durante il comizio di chiusura della campagna elettorale a Firenze, 9 ottobre 2025 (ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)

Per Giani la questione del rapporto col M5S era stata problematica anche nel 2020, quando fu candidato ed eletto per la prima volta. Anche all’epoca il PD, guidato da Nicola Zingaretti, in Toscana e non solo cercava di creare alleanze col M5S, con cui il PD era da poco andato al governo nazionale, e già all’epoca Giani venne ritenuto meno adatto per esempio a Simona Bonafè o Federico Gelli (che hanno entrambi fatto carriera politica in Toscana). Poi però le prime elezioni regionali in cui si era voluto a tutti i costi presentare un candidato condiviso (in Umbria) erano andate malissimo. Era il 27 ottobre del 2019. Quattro giorni dopo, il PD toscano decise di accantonare quell’idea e indicò all’unanimità Giani.

Giani del resto cercava da tempo di ricevere una definitiva promozione. Dopo molti anni passati in Consiglio comunale a Firenze, più volte assessore, nel 2014 aveva sperato di essere indicato come successore di Renzi nel ruolo di sindaco, quando quest’ultimo divenne presidente del Consiglio (Giani all’epoca era presidente del consiglio comunale). Gli fu invece preferito Dario Nardella, e lui a quel punto decise di candidarsi come consigliere alle regionali dell’anno seguente, risultando il secondo più votato nel PD con oltre 10mila preferenze.

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È sempre stato uno capace di costruire grandi relazioni, e infatti a Firenze si è sempre scherzato, in modo più o meno velenoso, sul suo essere sempre presente negli eventi pubblici o quando c’era da inaugurare qualcosa. Anche così ha costruito il suo consenso, che comunque negli anni si è via via consolidato.

Nel 2020 vinse in maniera piuttosto agevole, nonostante in quel caso, forse per la prima volta, la Toscana veniva considerata contendibile. La Lega, pur avendo perso il suo slancio, restava comunque il partito con maggiori consensi, e la candidata scelta dal centrodestra, Susanna Ceccardi, molto vicina a Matteo Salvini, aveva un certo credito: era già sindaca di Cascina, in provincia di Pisa, nel 2016, quando i sindaci di destra e in particolare della Lega erano un’assoluta rarità in Toscana (poi ci sarebbero stati Michele Conti, leghista a Pisa, o lo stesso Alessandro Tomasi di FdI a Pistoia, e vari altri). Giani ottenne comunque il 48 per cento dei voti, 8 punti in più rispetto a Ceccardi.

Il suo primo mandato è trascorso senza clamori: ha avuto una gestione ordinata e rigorosa della pandemia da Covid-19, e l’attuazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è stata abbastanza efficiente. Sul piano delle infrastrutture, al di là degli interventi per la messa in sicurezza del territorio rispetto ai rischi di esondazione dell’Arno, sono rimaste le discussioni che ci sono da anni sulle dimensioni degli aeroporti di Firenze e di Pisa.

Nel complesso, però, l’amministrazione di Giani è stata ben considerata dalle persone, almeno sulla base dei sondaggi Governance Poll, tradizionalmente pubblicati ogni anno dal Sole 24 Ore e ritenuti una delle stime più attendibili in questo genere di rilevazione: da questi Giani è risultato il quarto presidente di regione più apprezzato, e con un gradimento in notevole crescita tra il 2023 e il 2025.

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Anche per questo, alla fine, la sua riconferma è stata inevitabile, anche se altri esponenti del PD toscano, come il deputato Marco Furfaro o lo stesso segretario regionale Emiliano Fossi, hanno a lungo sperato di poterlo sostituire. Giani alla fine si è anche prestato a un’operazione politica di compromesso: pur di accontentare il M5S, e di rendere per Giuseppe Conte più facile annunciare il sostegno del Movimento a Giani stesso, ha accettato di firmare insieme alla vicepresidente del Movimento Paola Taverna una sorta di contratto di programma, non vincolante, in cui si impegna a tenere in considerazione alcune delle richieste del M5S per la Toscana.

Se sul piano amministrativo si trova a suo agio, Giani appare sempre un po’ in affanno per rendere la sua immagine pubblica più popolare e accattivante, ed è per questo che, soprattutto in questi ultimi mesi, lo si è visto spesso in occasioni un po’ bizzarre, tanto che intorno a queste sue apparizioni, a queste sue performance, sono nate anche pagine di satira online.