I campi da basket sono un argomento scivoloso
Tutta colpa degli adesivi in campo: ma non sono un problema così grande e le alternative non sembrano migliori

Lo scorso 27 settembre durante le semifinali della Supercoppa italiana di basket — il primo torneo della stagione, che proseguirà sabato con l’inizio delle Serie A maschile e femminile — i giocatori in campo continuavano a scivolare. A un certo punto Lorenzo Brown, statunitense dell’Olimpia Milano, si è fatto così male da non poter rientrare. Nella successiva conferenza stampa un giornalista ha chiesto quindi un commento a Ettore Messina, l’allenatore dell’Olimpia, partendo dal presupposto che il problema fossero i tanti adesivi sul campo. Messina ha risposto dicendosi d’accordo: «Tutti i giocatori rischiano tantissimo, ma questa volta siamo andati oltre l’immaginabile».
La polemica sulla presunta pericolosità degli adesivi in campo torna periodicamente nel basket, come parte del più ampio dibattito sulla salute e sulla sicurezza dei cestisti.
Gli adesivi servono per dare visibilità agli sponsor e mostrare i loghi delle squadre e della competizione; ma molti allenatori, giocatori e appassionati ritengono che siano troppi e troppo scivolosi. C’è perfino chi ha parlato di “adesivi killer”. Di sicuro però non hanno mai ucciso nessuno, e nemmeno ci sono prove certe che causino infortuni.
In Italia se ne parlò soprattutto nella stagione 2021-2022, quando tre giocatori caddero su un adesivo e si fecero male: uno di loro, Andrea Pecchia del Vanoli Cremona, si ruppe persino il crociato (uno degli infortuni peggiori per un atleta). Nel 2023 Daniel Hackett ritornò a parlarne, dando a un adesivo in campo la colpa di una scivolata che nel 2016 gli aveva fatto finire in anticipo la stagione e gli costò il rinnovo del contratto. Anche ai Mondiali ci fu qualche polemica quando il francese Victor Wembanyama, allora uno dei cestisti più promettenti del mondo, scivolò su un adesivo.
In Eurolega, la principale competizione cestistica in Europa, gli adesivi sono vietati in alcune zone del campo proprio per tutelare la sicurezza di chi gioca. Per lo stesso motivo negli Stati Uniti sono proibiti da più di dieci anni: sia in NCAA (il campionato universitario) sia in NBA (il massimo campionato professionistico). Negli Stati Uniti adottano altre soluzioni, come pitturare i loghi direttamente sul campo, che è fatto di legno, o proiettarli dal vivo o inserirli digitalmente durante una diretta.
Ma come fa notare anche la GIBA, l’associazione che tutela gli interessi dei giocatori di basket, non ci sono certezze sulla correlazione tra adesivi e infortuni. Nel recente caso della Supercoppa, per esempio, il problema era proprio un altro. La Lega Basket – che organizza e gestisce la Serie A, la Coppa Italia e la Supercoppa – ha detto al Post che era il campo in sé a essere troppo scivoloso, a causa del legno nuovissimo e dell’umidità del palazzetto. Di conseguenza la Lega ha dovuto trattare il campo per la finale del giorno dopo; e con buoni risultati, dato che le cadute sono state molte di meno. Erano quindi scivolosi anche gli adesivi, come però tutto il resto del campo.
Va anche detto che gli adesivi non sono pericolosi di per sé – anche perché, almeno oggi, hanno tutti una copertura antiscivolo – ma possono diventarlo quando si accumula polvere sulla loro superficie. Insomma, non sono un problema sistematico (non si spiegherebbe, altrimenti, perché da un paio d’anni quasi non se ne parlava), ma molto episodico e spesso legato alla manutenzione generale del campo. Durante una partita, infatti, ci sono sempre due persone che si occupano di pulirlo costantemente e una chiazza di sudore sul legno potrebbe essere più pericolosa di un adesivo.
Ciononostante i giocatori preferirebbero comunque non averli tra i piedi (letteralmente) per sentirsi più sicuri. E la stessa Lega Basket sta prendendo in considerazione alcune alternative – comunque in via sperimentale – per i suoi prossimi eventi, soprattutto quella di dipingere i loghi principali. Proiettarli, invece, sarebbe troppo costoso.
Tuttavia, queste soluzioni non sembrano risolvere del tutto il problema della scivolosità dei campi, né aumentano significativamente la sensazione di sicurezza dei giocatori. Quando nel 2023 si giocò la prima NBA Cup – un torneo che si svolge parallelamente al campionato – molti giocatori si lamentarono che i campi fossero troppo scivolosi, dando la colpa, questa volta, alla vernice.

Il campo dei Miami Heat per la NBA Cup, 26 novembre 2024 (Megan Briggs/Getty Images)
Per distinguere il torneo dal campionato, l’NBA aveva dipinto completamente i campi, facendone uno personalizzato per ogni squadra. Allora qualcuno ipotizzò che la percezione di scivolosità fosse solo soggettiva, ma in realtà i campi erano davvero più scivolosi del normale, tant’è che l’anno dopo la lega cambiò il modo in cui venivano realizzati.
Ora in NBA si sta persino pensando di tornare agli adesivi; almeno per le Finali, dove si usava mettere in campo un enorme logo del Larry O’Brien Trophy (la coppa del campionato). Quest’anno, infatti, le proiezioni digitali sono state giudicate poco spettacolari e alcuni appassionati si sono lamentati del fatto che, da quando gli adesivi non ci sono più, le Finali abbiano perso parte del loro fascino. Adam Silver, il Commissioner della NBA (una sorta di presidente della lega), si è detto d’accordo e ha lasciato intendere che gli adesivi del Larry O’Brien Trophy potrebbero tornare già dall’anno prossimo.
– Leggi anche: Il tendine d’Achille è il tallone d’Achille dei giocatori dell’NBA?
Da questa stagione la Serie A maschile di basket si potrà vedere parzialmente (2 partite a turno) su Sky o sulla sua piattaforma di streaming Now, oppure per intero su LBA TV, la piattaforma di streaming della stessa Lega Basket. La Serie A femminile, invece, sarà visibile in chiaro su Rai Sport.



