Claudia Sheinbaum ha superato le aspettative
Nel primo anno di mandato la presidente del Messico ha saputo farsi strada tra un predecessore ingombrante e vari problemi, tra cui Donald Trump

Ogni anno la notte del 15 settembre, vigilia della festa dell’indipendenza, chi è presidente del Messico si affaccia dal palazzo presidenziale sullo Zócalo, la piazza principale di Città del Messico, e urla il Grido dell’indipendenza: è la chiamata alle armi che nel 1810 diede inizio alla guerra per la liberazione dal dominio coloniale. Lo Zócalo è una delle piazze più grandi del mondo, e quest’anno ad assistere al Grido c’erano 280 mila persone. Per la prima volta in 215 anni a pronunciarlo è stata una donna, la presidente Claudia Sheinbaum.
La formula del Grido menziona gli eroi dell’indipendenza messicana e deve sempre terminare con: «¡Viva México! ¡Viva México! ¡Viva México!»; ma a parte questo ciascun presidente può personalizzarla. Sheinbaum ha aggiunto tra gli eroi tre donne che non erano mai state citate prima; mentre di un’altra nota combattente per l’indipendenza ha citato il nome da nubile e non quello da sposata, come si fa di solito. Sui social media messicani quella notte sono circolati molti video di esultanza e commozione.
Claudia Sheinbaum è presidente del Messico da un anno (è entrata in carica il 1° ottobre del 2024) ed è la più popolare di tutta la storia della democrazia messicana in questa fase del mandato: i sondaggi le attribuiscono un tasso di approvazione del 78 per cento, superiore a quello di tutti i suoi predecessori al loro primo anno.
Sheinbaum ha ottenuto questa eccezionale popolarità principalmente perché è riuscita a gestire – e a contenere – l’ingombrante presenza di due uomini che hanno minacciato il suo mandato: quella del suo predecessore Andrés Manuel López Obrador, detto AMLO, e quella del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
AMLO è il fondatore di MORENA, lo stesso partito di sinistra di Sheinbaum, ed è stato il politico più talentuoso degli ultimi trent’anni in Messico. Ha governato tra il 2018 e il 2024 ed è dotato di enorme carisma e di grandi capacità oratorie. È stato lui a scegliere Sheinbaum come sua erede politica, ed è stata la sua enorme popolarità a consentire a Sheinbaum di vincere le elezioni presidenziali del 2024 con un ampio margine.
Sheinbaum ha un dottorato in ingegneria energetica ed è stata sindaca di Città del Messico dal 2018 al 2023. Al tempo era considerata una brava amministratrice, ma era priva del carisma populista e degli istinti politici di AMLO. Per questo, molti pensarono che AMLO l’avesse scelta non soltanto per garantire continuità alla sua linea politica, ma anche per continuare a esercitare influenza sul paese e governare il Messico nell’ombra. Non sta succedendo.

Claudia Sheinbaum e Andrés Manuel López Obrador nel settembre del 2024 (AP Photo/Fernando Llano)
Sheinbaum è riuscita a liberarsi in pochi mesi dell’eredità pesante di AMLO, e a costruirsi uno stile di leadership personale, meno populista ma ugualmente stimato. Ha mantenuto le politiche più apprezzate del suo predecessore, compreso il raddoppio del reddito minimo e i sostegni economici alle classi meno agiate, ma al tempo stesso ha fatto cambiamenti anche drastici dove lo riteneva necessario.
L’esempio più evidente sono le politiche di sicurezza, che sono molto sentite in Messico a causa della presenza dei cartelli del narcotraffico. Contro i narcos AMLO aveva adottato una strategia chiamata «abrazos, no balazos», che significa: «abbracci, non proiettili». L’idea era che, anziché reprimere con la forza i gruppi criminali, fosse necessario risolvere le cause sociali profonde della violenza. La strategia fallì, e negli anni di governo di AMLO ci fu un aumento del tasso di omicidi, rapimenti e crimini violenti.
In poche settimane Sheinbaum ha abbandonato la strategia degli “abbracci” ed è tornata a misure repressive. I numeri dei suoi primi 100 giorni, rispetto a quelli di AMLO, sono impressionanti: 202 operazioni di polizia rispetto alle 29 di AMLO, 7.720 detenuti rispetto a 31, 3.000 sequestri di armi rispetto a 26, e 665 tonnellate di droga sequestrate rispetto a 33 chili. Non è ancora chiaro però se il cambio di politiche abbia funzionato: Sheinbaum ha detto che nei primi otto mesi del suo governo gli omicidi sono scesi del 26 per cento, ma ci sono dubbi sulla completezza delle statistiche.
Sheinbaum è riuscita anche ad affermare la sua leadership su MORENA, il partito fondato da AMLO, approfittando dei litigi interni tra i suoi dirigenti (alcuni dei quali sono parenti di AMLO stesso). È stata anche estremamente abile a tenersi lontana dalle polemiche. Per esempio è riuscita ad addossare al suo predecessore tutta la responsabilità politica di una contestata riforma che secondo i critici limitava l’indipendenza del potere giudiziario (prevede tra le altre cose l’elezione diretta dei giudici). La riforma è stata approvata pochi giorni prima dell’ingresso in carica di Sheinbaum, ma lei, pur avendola sostenuta, non ha subìto quasi nessuna ripercussione politica.

Claudia Sheinbaum alla tradizionale parata militare di Città del Messico, il 16 settembre 2025 (AP Photo/Fernando Llano)
L’altro grosso ostacolo della presidenza di Sheinbaum è stato Donald Trump. L’economia del Messico dipende da quella degli Stati Uniti, che sono la destinazione di più dell’80 per cento delle esportazioni messicane. Per questo gli alti dazi che Trump ha annunciato ad aprile contro buona parte dei paesi del mondo, compreso il Messico, erano un rischio enorme per il paese.
Le trattative tra Messico e Stati Uniti per trovare un accordo commerciale sono ancora in corso, ma finora Sheinbaum ha ricevuto molti elogi internazionali per il modo in cui sta gestendo la situazione. Da un lato Sheinbaum – come molti altri leader mondiali – ha ceduto a parte delle richieste di Trump. Per esempio ha rafforzato la sicurezza al confine con gli Stati Uniti, con un conseguente aumento dei sequestri di droga.
Al tempo stesso, però, si è distinta per essere una negoziatrice decisa, una delle poche capaci di guadagnarsi il rispetto di Trump: «Sei una dura», le avrebbe detto durante una delle loro telefonate, secondo varie fonti rimaste anonime citate dal New York Times. È un grosso cambiamento rispetto ai tempi di AMLO, che ebbe un rapporto pessimo con Trump e disdegnava la diplomazia: durante il suo primo anno, AMLO non fece nessun viaggio all’estero, mentre Sheinbaum è stata invece molto attiva.
È ancora presto per dire se la grande popolarità di Sheinbaum rimarrà costante per il resto dei suoi sei anni di governo. Molte delle sue politiche devono ancora dare risultati, come il cambio di strategia contro il narcotraffico e un’importante riforma della pubblica amministrazione.
L’economia messicana inoltre è in condizioni abbastanza fragili, e i problemi vanno ben oltre i dazi di Trump. La crescita del PIL è piuttosto lenta da anni, e le disuguaglianze sono ancora molto elevate, benché si siano ridotte negli ultimi anni. Le generose misure di welfare per i più poveri adottate da AMLO e mantenute da Sheinbaum, inoltre, sono state finanziate a debito: questo alla lunga potrebbe diventare un problema.



