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  • Mercoledì 1 ottobre 2025

In WNBA l’arrivo negli spogliatoi è parte del racconto

Le giocatrici del campionato di basket statunitense indossano abiti costosi e stravaganti, per farsi notare e perché finalmente possono

di Giorgia Bernardini

Skylar Diggins delle Seattle Storm (Arnold Jerocki/Getty Images)
Skylar Diggins delle Seattle Storm (Arnold Jerocki/Getty Images)
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Prima di ogni partita di WNBA, il campionato femminile statunitense di basket (di cui si stanno giocando i playoff), le giocatrici arrivano nei palazzetti indossando abiti molto stravaganti e pensati per esprimere il loro stile personale. Li sfoggiano camminando davanti alle telecamere nei corridoi che conducono agli spogliatoi: proprio da questi corridoi, che in inglese sono chiamati tunnel, che deriva il nome tunnel fashion walk, una cosa molto diffusa anche tra i giocatori dell’NBA, l’equivalente maschile della WNBA.

Spesso alla base di questi outfit ci sono ricche collaborazioni con marchi di moda, anche di lusso, che solo in tempi recenti hanno deciso di affiancare il loro nome a quello delle giocatrici di pallacanestro. Nei primi anni della lega le giocatrici di WNBA si vestivano infatti in modo piuttosto sobrio. Non per mancanza di stile, ma perché la WNBA imponeva regole molto restrittive sull’abbigliamento.

Skylar Diggins, delle Seattle Storm, è ritenuta una delle giocatrici della WNBA che indossa gli outfit più creativi, al punto che spesso sono selezionati da Forbes nelle classifiche ormai settimanali degli outfit pre-partita più belli. È stata lei a dire che, quando nel 2013 era arrivata in WNBA, le giocatrici si vestivano come contabili. A quei tempi il dress code era imposto dalla lega e c’era molta meno libertà di espressione attraverso la moda. Nelle occasioni ufficiali fuori dal campo le giocatrici dovevano indossare completi eleganti e mocassini, e le atlete venivano multate se indossavano jeans strappati, sneakers, t-shirt o collane troppo vistose: capi che oggi sono comuni nelle tunnel fashion walk.

Anche in NBA il dress code era codificato, ma con regole molto meno restrittive rispetto a quelle del campionato femminile. Costringendo le giocatrici a vestirsi in pantalone e giacca, la lega riteneva che sarebbero state prese più sul serio come professioniste. In questo le giocatrici di basket di WNBA non erano poi molto diverse, per dire, da Angela Merkel o Kamala Harris, donne con ruoli di potere in politica e che per questo spesso indossano completi dal taglio maschile, che ispirano fiducia ma che da un punto di vista estetico sono spesso noiosi.

In effetti per avere un’idea di come si vestivano in passato le giocatrici di WNBA basta guardare le foto di gruppo della notte dei draft, l’evento annuale con cui le squadre scelgono le giocatrici in arrivo dalle università o dall’estero. A quel tempo il draft era anche l’unica occasione ufficiale in cui le atlete avevano modo di farsi conoscere fuori dal campo. Dal 1997 – l’anno di inaugurazione della lega – fino al 2012 tutte le giocatrici indossano completi in giacca e pantalone oppure, in alternativa, gonne lunghe appena sopra al ginocchio. I colori sono tradizionali: grigio, nero, blu.

Le giocatrici del draft WNBA del 2012 (AP Photo/Jessica Hill)

Il 2013 segna l’inizio del cambiamento. Nella foto del draft, Brittney Griner indossa un completo giacca e pantalone, ma reinterpretato con dettagli che lo allontanano dallo stile formale e rigido degli anni precedenti. Il colore è bianco sgargiante; il taglio slim, con pantalone stretto e giacca avvitata. Le scarpe sono un paio di Converse bianche, molto diverse dai mocassini o dalle scarpe col tacco basso indossati dalle giocatrici degli anni precedenti.

E poi i dettagli: i calzini verdi e arancioni in vista, le unghie delle mani smaltate di arancione, il colore delle Phoenix Mercury, la squadra che l’aveva appena selezionata come prima scelta al draft. Il concetto alla base dell’outfit è lo stesso, una giacca e un pantalone. Ma è tutto il contesto a cambiare: i dettagli, il portamento. Per la prima volta l’outfit è una scelta consapevole, non un’imposizione.

Da lì in poi le atlete hanno iniziato a crearsi uno stile più individuale, colorato e stravagante, anche grazie al fatto che dal 2021 il restrittivo dress code imposto dalla WNBA è stato allentato, e hanno adottato un approccio più inclusivo e flessibile rispetto all’immagine un po’ preconfezionata dei primi anni.

Brittney Griner al draft WNBA del 2013 (AP Photo/Jessica Hill)

Per molto tempo le cestiste della WNBA hanno cercato di farsi notare e quindi di farsi vestire da aziende di moda importanti, non solo dai brand sportivi, in genere più aperti, ma anche da quelli di lusso. A lungo però hanno avuto poco successo. I corpi delle atlete erano considerati troppo grandi o troppo muscolosi per rientrare nei canoni molto rigidi di femminilità imposta dalla moda, e proprio per questo motivo si sono sempre preferite altre testimonial come attrici o cantanti. Ci sono state, tra le protagoniste di altri sport, alcune rare eccezioni, come la tennista russa Maria Sharapova, che ha più volte indossato outfit di Ralph Lauren. Ma il corpo longilineo di Sharapova e il suo portamento elegante richiamavano in effetti quello di una modella.

Solo di recente le caratteristiche fisiche delle atlete sono passate in secondo piano rispetto alla loro visibilità. Il campionato è più competitivo e seguito, si stanno aggiungendo nuove squadre e le giocatrici sono sempre più famose e apprezzate. Il rapporto globale sullo Sport 2025 pubblicato da Nielsen, un’azienda che si occupa di dati sui media, dice che il pubblico della WNBA è cresciuto del 31 per cento negli ultimi due anni, anche grazie all’arrivo nella lega della formidabile giocatrice Caitlin Clark. Il 2024 è anche l’anno in cui l’azienda di moda milanese Prada ha scelto di iniziare una collaborazione proprio con Clark in occasione della notte dei draft, l’evento che ha segnato l’inizio della sua carriera in WNBA.

Quella notte Clark ha indossato un completo giacca e gonna in raso bianco firmato Prada, un marchio di lusso che prima di lei non aveva mai vestito un giocatore NBA o una giocatrice WNBA. Certo, Clark è una giocatrice longilinea, bianca, con un corpo atletico non particolarmente grande e ha un’estetica più sobria rispetto a molte altre atlete della lega. Ma è comunque una giocatrice di basket. Quel draft, proprio grazie alla presenza di Clark, ha registrato un record storico di ascolti, con una media di 2,45 milioni di spettatori su ESPN. Con quella operazione Prada ha guadagnato una visibilità sia immediata che a lungo termine sui social e in TV e si è rivolta a un pubblico più giovane e vario del solito.

Clark al draft con il completo Prada

Da quando le aziende di moda hanno iniziato a mettere a disposizione i loro capi per le atlete della WNBA, anche la qualità degli outfit delle tunnel fashion walk si è alzata molto, e si è creata una struttura che prima non c’era. Spesso infatti le atlete lavorano con le stylist, esperte di moda che le aiutano a selezionare i capi migliori per esprimere la propria personalità attraverso i vestiti.

Le stylist si occupano di questioni anche più pratiche, come scegliere capi adatti, o meglio adattabili, ai corpi alti e muscolosi delle atlete, uno degli aspetti più difficili del rapporto fra moda e sport. Nonostante questo tipo di collaborazioni fra atlete e case di moda sia in crescita, i corpi conformi (che si avvicinano cioè agli standard di bellezza dominante) per cui sono pensate le collezioni hanno misure molto diverse da quelle delle donne che fanno sport. L’altezza media di un corpo conforme nella moda occidentale è di circa 170-180 cm, e la taglia di riferimento è una 38-40 (le giocatrici di basket sono in media molto più alte e muscolose).

Le tunnel walk fashion sono nate nei corridoi dei palazzetti in cui si giocano le partite di NBA. All’inizio erano un momento informale, ma dai primi anni Dieci queste passerelle improvvisate sono diventate quasi una sfilata, trasformando atleti come Russell Westbrook e LeBron James in icone di moda. Negli ultimi anni anche le giocatrici di WNBA hanno fatto propri questi momenti di visibilità, trasformando le tunnel fashion walk in un potente strumento di espressione personale e affermazione identitaria.

Commentando gli outfit che indossa in occasione delle tunnel fashion walk, Sydney Colson, guardia delle Indiana Fever, ha raccontato che da quando ha fatto coming out, cioè ha dichiarato pubblicamente di essere omosessuale, si è trovata molto più a suo agio nel vestirsi in maniera più mascolina, con tagli larghi che non accentuano le forme del suo corpo. Anche l’ex giocatrice delle Phoenix Mercury Diana Taurasi, per quasi vent’anni la giocatrice più forte, famosa e riconoscibile della lega, ha raccontato spesso il disagio che provava in occasione degli shooting fotografici della WNBA nei primi anni della sua carriera.

Le prime foto scattate intorno al 2004 la mostrano con i capelli sciolti e abiti stretti, che mettevano in evidenza le forme del suo corpo. Uno stile molto diverso da quello attuale in cui indossa i capelli sempre raccolti e abiti larghi. Per la WNBA era importante far passare all’esterno un certo tipo di immagine delle sue giocatrici: talentuose ma comunque femminili. In quanto persona queer però Taurasi non si è mai sentita rappresentata da quel tipo di immagine.