La NATO rafforzerà le difese aeree nell’est Europa
Per ora alla missione hanno aderito Francia, Germania e Danimarca: serve soprattutto a evitare nuove incursioni di droni russi

Venerdì la NATO ha annunciato una nuova missione per rafforzare le difese aeree nei paesi dell’Europa orientale, quelli geograficamente più vicini alla Russia, in risposta all’incursione di mercoledì di una ventina di droni militari russi nello spazio aereo della Polonia, che li aveva abbattuti. La missione si chiama “Sentinella dell’est” ed è stata decisa dopo le consultazioni tra gli stati membri dell’alleanza, avvenute come previsto dall’articolo 4 del trattato della NATO che era stato invocato dalla Polonia.
La NATO non ha indicato la durata della missione. Per ora partecipano tre paesi, che invieranno in tutto nove aerei da combattimento: la Danimarca due caccia F-16, la Francia tre caccia Rafale e la Germania quattro caccia Typhoon. Oltre ai caccia la Danimarca, che è impegnata in un significativo programma di riarmo, manderà una fregata (una nave da guerra) con sistemi di contraerea.
Il Regno Unito ha detto che si unirà a breve e ci si aspetta che nell’immediato futuro aderiscano anche altri paesi: l’Italia sta valutando di farlo, però non lo ha ancora comunicato ufficialmente. All’abbattimento dei droni di mercoledì avevano partecipato anche caccia F-35 nederlandesi.

Il comandante supremo della NATO, il generale Alexus Grynkewich, e il segretario Mark Rutte durante la conferenza stampa del 12 settembre (EPA/OLIVIER MATTHYS)
Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha detto che l’obiettivo è espandere successivamente la missione verso nord e l’Artico, e verso sud e il mar Nero, sempre con l’obiettivo di migliorare le capacità dell’alleanza di intercettare droni e missili russi.
Rutte ha insistito sul fatto che, oltre ai mezzi e alle attrezzature «tradizionali», la missione avrà un focus specifico sui droni, che la Russia impiega su larga scala nella guerra in Ucraina e ha usato più volte anche per violare lo spazio aereo polacco (anche se, fino a mercoledì, non erano mai stati abbattuti dalle difese aeree, né ne erano stati usati così tanti).
In questi giorni l’incursione dei droni russi era diventata un caso diplomatico dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva sostenuto che potesse essere avvenuta per «un errore».
Il primo ministro polacco, Donald Tusk, giovedì gli ha risposto: «Anche noi avremmo sperato che l’attacco coi droni alla Polonia fosse un errore. Ma non lo è stato e lo sappiamo». Venerdì Rutte è stato più cauto, dicendo che la NATO stava ancora concludendo la sua analisi dell’accaduto, ma che non era in dubbio che la Russia avesse violato lo spazio aereo dell’alleanza.

Una squadra della difesa territoriale polacca rimuove i detriti di un tetto crollato per l’impatto di uno dei droni, a Wyryki in Polonia, l’11 settembre (AP Photo/Czarek Sokolowski)
Sempre venerdì, durante una riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, l’ambasciatrice statunitense Dorothy Shea ha dato alcune rassicurazioni, sostenendo che gli Stati Uniti difenderanno «ogni palmo del territorio NATO» e parlando di «preoccupanti violazioni dello spazio aereo».
All’ONU gli Stati Uniti hanno firmato, insieme ad altri 42 paesi, una dichiarazione congiunta che chiede alla Russia di fermare «la sua guerra d’aggressione contro l’Ucraina»: una cosa non scontata visto che, dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca, si erano opposti all’uso di questo termine e in più occasioni avevano votato all’ONU in modo dissimile dai loro alleati europei.
La missione “Sentinella dell’Est” dovrebbe permettere alla NATO di rendere i paesi europei più preparati in caso di incursioni, intimidazioni o episodi di sabotaggio da parte della Russia, che dall’inizio della guerra in Ucraina sono diventati sempre più frequenti e fanno parte di una più ampia campagna di intimidazione.
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