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  • Venerdì 12 settembre 2025

La Russia stava già cercando di intimidire l’Europa

Ora le incursioni di droni rafforzano la campagna di sabotaggi per aumentare il senso di insicurezza e punire il sostegno all’Ucraina

L'esercito tedesco partecipa a un'esercitazione della NATO per l'eventuale difesa della Lituania, a settembre 2025 (Maja Hitij/Getty Images)
L'esercito tedesco partecipa a un'esercitazione della NATO per l'eventuale difesa della Lituania, a settembre 2025 (Maja Hitij/Getty Images)
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L’incursione di 19 droni militari russi nello spazio aereo della Polonia in una notte di questa settimana s’inserisce nella campagna aggressiva di intimidazione che la Russia porta avanti da tempo contro alcuni paesi dell’Europa. La campagna è formata da tante operazioni diverse, che prese singolarmente possono sembrare quasi irrilevanti ma sommate assieme creano un clima di minaccia permanente e destabilizzante in grado di influenzare l’opinione pubblica.

I servizi segreti russi hanno creato un sistema che possiamo definire pay per sabotage: arruolano sui social persone che compiono atti di sabotaggio e vandalismo in cambio di denaro. In alcuni casi gli agenti improvvisati si limitano a scrivere “FUCK NATO” sui muri, in altri danneggiano linee ferroviarie o centraline elettriche.

Grazie a questo sistema nel 2024 i servizi segreti russi hanno commissionato un incendio che ha distrutto un centro commerciale da mille negozi a Varsavia e un altro che ha fatto lo stesso a un negozio IKEA a Vilnius, in Lituania. Hanno ordinato circa quaranta incendi tra Germania e Polonia. E ci sono decine di altri casi di sabotaggio riconducibili allo stesso metodo.

Il centro commerciale Marywilska 44 a Varsavia, dopo l’incendio di maggio del 2024 commissionato dalla Russia (AP Photo/Czarek Sokolowski)

Lo scopo della campagna è aumentare il senso di insicurezza degli europei. È un sistema già rodato in Ucraina, dove i russi assoldano alcune persone per danneggiare il materiale militare che trovano a portata di mano – va bene anche danneggiare un singolo veicolo, fosse anche soltanto un’automobile – oppure forniscono ai russi le coordinate di bersagli possibili da bombardare (i servizi segreti ucraini fanno lo stesso in territorio russo).

– Leggi anche: Cosa prevedono gli articoli 4 e 5 del trattato NATO

I dati dicono che il numero di sabotaggi sta aumentando. Ad agosto il centro studi International Institute for Strategic Studies (IISS) ha pubblicato un rapporto dedicato a questa campagna della Russia. Sostiene che il numero di operazioni in Europa sia quasi triplicato tra il 2023 e il 2024. Nei primi cinque mesi del 2025, scrive ancora il centro studi, ci sono stati venticinque casi di sabotaggio, spionaggio e vandalismo contro infrastrutture della NATO e questo è soltanto il numero ottenuto da informazioni pubbliche (ce ne potrebbero quindi essere altri). A maggio la Germania ha sventato un piano per spedire pacchi bomba che sarebbero dovuti esplodere durante il tragitto e creare il caos nelle reti di distribuzione logistica. Per l’esecuzione materiale i servizi segreti russi avevano assoldato tre ucraini.

Negli ultimi quattro mesi, la Svezia ha indagato su una sospetta operazione di sabotaggio che prendeva di mira più di trenta torri di telecomunicazione lungo l’autostrada E22 (strada europea di lunga percorrenza che collega l’Europa occidentale con la Russia). Poiché le comunicazioni civili e militari svedesi sono integrate, dice il rapporto dell’IISS, è probabile che i danni alle reti in fibra ottica lungo le autostrade come la E22 avrebbero interrotto le comunicazioni della Difesa e le infrastrutture di sorveglianza.

La sede della NATO a Bruxelles nel 2024 (Omar Havana/Getty Images)

La campagna di intimidazione russa non è fatta solo del sistema pay per sabotage, sabotaggi a pagamento. Nei paesi baltici che sono vicini al confine con la Russia e quindi più esposti, i russi interferiscono con il sistema di guida GPS degli aerei passeggeri al punto da costringere le compagnie aeree all’annullamento di alcuni voli per motivi di sicurezza.

I piloti militari russi compiono incursioni nello spazio aereo dei paesi europei che mettono in allarme i sistemi di difesa della NATO e costringono gli aerei militari dell’alleanza ad alzarsi in volo. Vale tutto, tranne gli atti di guerra diretta. L’incursione a sciame di droni di mercoledì rientra alla perfezione in questo schema delle cose.

Il modello seguito è quello dello stalking, più che del confronto diretto, per punire i governi europei del sostegno offerto all’Ucraina dopo l’invasione su larga scala del febbraio del 2022. L’effetto voluto è creare ansia ma anche nostalgia fra i cittadini europei, in modo che rimpiangano i tempi in cui non c’erano problemi con la Russia.

In alcuni casi specifici i servizi segreti russi alzano il livello delle operazioni: hanno pianificato l’assassinio di Armin Papperger, amministratore delegato dell’industria bellica tedesca Rheinmetall che sta dando un contributo importante all’Ucraina. Oggi Papperger vive sotto scorta.

Oltre alla campagna di intimidazione, questo periodo è speciale per la Russia anche perché il presidente Vladimir Putin ha appena incontrato, il 15 agosto, il presidente statunitense Donald Trump, che gli ha srotolato un tappeto rosso davanti – letteralmente.

Dopo l’incontro gli Stati Uniti hanno annullato la cosiddetta Baltic Security Initiative, un programma di finanziamento da 220 milioni di dollari per rafforzare la sicurezza di Estonia, Lituania e Lettonia, i tre piccoli stati baltici che confinano con la Russia e temono un’invasione. Giovedì Trump ha risposto che «potrebbe essere stato un errore» quando i giornalisti americani gli hanno chiesto cosa pensasse dei droni russi in Polonia. Il governo polacco ha detto invece che era stata una «provocazione su larga scala» della Russia, e non certo un errore.

Una provocazione così plateale come l’incursione dei droni in Polonia a così poca distanza da quell’incontro è un segnale che la Russia adesso è convinta di essere in vantaggio, non teme pressioni da parte degli Stati Uniti e sente di potersi permettere queste operazioni contro l’Europa.

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